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Ocse: “La riduzione delle tasse sul lavoro è più importante del taglio dell’Imu”

Per l’Ocse l’Italia può uscire dalla crisi economica già nel 2013, ma se le priorità del Governo Letta “sono crescita e occupazione, la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro” e non la discussa tassa sugli immobili.
A cura di Biagio Chiariello
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"Ce la metteremo tutta" ha detto il neo ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, a margine della presentazione del rapporto Ocse sullo stato di salute dell'economia italiana, a chi gli chiede se sarà possibile uscire fuori dalla recessione già da quest’anno. Ora resta da capire se per raggiungere tale obiettivo partirà dal taglio dell'Imu, come suggeriscono le controversie politiche, o dalle tasse sul lavoro, come invece ha indicato esplicitamente proprio oggi la stessa organizzazione internazionale di studi economici: "Considerando che il forte vincolo di bilancio dell'Italia va rispettato, bisogna stabilire delle priorità. Noi riteniamo che la scelta fiscale coerente con queste condizioni e con le priorità indicate dal Governo sia la riduzione delle imposte sul lavoro. Altre scelte si potranno fare più avanti e andranno garantite le coperture". Parole di Pier Carlo Padoan, capo economista dell'Ocse. Sulla stessa linea il segretario generale Angel Gurria che ha detto: "È la tendenza generale nel mondo e nei paesi Ocse quella di tagliare le tasse sulle imprese e sul lavoro compensando con imposte sui consumi, su proprietà immobiliari e su emissioni di gas serra".

Non è tutto. L‘Ocse ha rivisto di nuovo al ribasso le stime sul Pil per il 2013, prevedendo una contrazione dell’1,5 per cento, contro il -1 per cento previsto nell’outlook del novembre scorso. Il ritorno alla crescita non è quindi previsto prima del 2014, per cui l’organizzazione stima un +0,5 per cento. In tal senso, prosegue Padoan, "se il rapporto deficit/pil italiano non scende sotto il 3%, sarà necessaria una manovra correttiva. L’uscita dalla procedura di deficit eccessivo prevede che il deficit sia sotto il 3%. Se non è sotto, qualcosa bisogna fare”. Nel rapporto, inoltre, vengono sottolineate altre criticità del Sistema Italia: la disoccupazione giovanile, che in Italia "è molto elevata", e in tal senso si invita il governo a "migliorare la transizione della scuole al mondo del lavoro per migliorare la formazione di capitale umano e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile";  la situazione delle banche italiane: ”sebbene il sistema bancario si sia rivelato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario resta esposto a rischi sistemici“.

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