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Disoccupazione giovanile vola al 38.4%, in un mese 70mila le donne senza lavoro

I dati Istat relativi al mese di marzo: in Italia si contano 2 milioni 950mila disoccupati, nell’ultimo mese gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto a un anno fa. E non si ferma la crescita del tasso di disoccupazione giovanile.
A cura di Susanna Picone
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I dati Istat relativi al mese di marzo: in Italia si contano 2 milioni 950mila disoccupati, nell’ultimo mese gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto a un anno fa. E non si ferma la crescita del tasso di disoccupazione giovanile.

Resta gravissima, anche per il mese di marzo, la disoccupazione in Italia. Sono 2 milioni e 950mila gli italiani senza un lavoro. L’Istat rileva che per il mese appena trascorso la disoccupazione è stabile all’11.5%, lo stesso livello che era già stato registrato a febbraio. Su base annua il tasso risulta invece in crescita di 1.1 punti percentuali. Le persone che nel mese di marzo hanno cercato lavoro sono in diminuzione dello 0.5% rispetto a febbraio (-14mila), ma risulta ancora in crescita su base annua, con un aumento dell’11.2%, ovvero di 297mila. L’occupazione continua così a calare: a marzo gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto a un anno fa e, dice l’Istat, lo scorso mese si contavano 22 milioni 674mila italiani con un lavoro, in diminuzione dello 0.2% rispetto a febbraio (-51mila).

635mila i giovani under 25 a casa senza lavoro – Sempre gravissima, come nei mesi scorsi, la disoccupazione relativa al mondo dei giovani. Tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni a marzo la disoccupazione è pari al 38.4%, in aumento di 0.6 punti percentuali rispetto a febbraio e di 3.2 punti su base annua. Sono 635mila i giovani che non hanno un lavoro, un numero che rappresenta il 10.5% della popolazione di questa fascia d’età. Per quanto riguarda le donne a marzo si è registrata una diminuzione dell’occupazione: l’Istat spiega che mentre gli uomini occupati crescono di 19mila unità, le donne a lavoro si riducono di 70mila unità rispetto al mese di febbraio. Questo perché, con tutta probabilità, la permanenza a lavoro delle donne over 50, che finora aveva permesso di arginare il calo, non è più sufficiente a garantire la stabilità e la crescita dell’occupazione.

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