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Nucleare in Italia: le Regioni fanno un passo indietro

Dopo il terremoto in Giappone e la conseguente emergenza nucleare, in Italia si torna a parlare di nucleari. Anche quei politici che prima erano possibilisti ora hanno più di un dubbio in proposito.
A cura di Alfonso Biondi
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Emergenza nucleare

Centrali atomiche? No, grazie. Il terremoto in Giappone e la successiva emergenza nucleare causata dall'esplosione della centrale di Fukushima non hanno lasciato indifferente l'Italia e il mondo intero, che ora stanno riflettendo seriamente sui rischi di questo tipo di tecnologia. Prima della catastrofe il Governo italiano aveva sbandierato più volte la volontà di investire nel nucleare e, in un decreto dello scorso anno aveva fissato i criteri di localizzazione delle centrali e di smaltimento delle scorie. Obiettivo dell'esecutivo dare inizio ai lavori nel 2013. Le uniche regioni che, nonostante alcune riserve, si erano dichiarate possibiliste sul decreto erano state la Lombardia, il Piemonte il Veneto e la Campania; molte invece le perplessità da parte di altre regioni e, soprattutto, degli enti locali.

La tragedia giapponese, però, ha rimpinguato la schiera dei contrari e ha fatto sorgere più di un dubbio in coloro che al nucleare avevano aperto la porta. Il nocciolo della questione non riguarda solamente la possibilità di costruire centrali nucleari, ma anche  la loro collocazione. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha dichiarato che quando bisognerà scegliere dove collocare le centrali, si dovrà tener presente che dal punto di vista energetico la Lombardia riesce ad essere una regione autosufficiente. Formigoni ha parlato poi della catastrofe che s'è abbattuta sul Giappone, evidenziando l'obsolescenza delle centrali nipponiche; in Italia, invece, verrebbero costruite centrali di ultima generazione.

Il governatore del Piemonte Roberto Cota, l'unico parso ancora possibilista, ha dichiarato che schierarsi contro il nucleare sarebbe un'ipocrisia, tenendo conto del fatto a pochi km dall'Italia ci sono le centrali della Francia. Molto duro Luca Zaia, governatore del Veneto: "Fino a quando ci sarò io– ha detto- è e sarà sempre no all'ipotesi di ospitare una centrale nucleare, il Veneto non ha le caratteristiche necessarie". Stefano Caldoro, governatore della Campania, ha voluto sottilineare che le condizioni morfologiche della Campania, che tra l'altro proprio ieri ha fatto registrare una scossa di 3 gradi nel beneventano, non permettono di ospitare  centrali questo tipo.

Anche molti altri governatori hanno mostrato serie perplessità sul nucleare in Italia. Per il governatore del Lazio Renata Polverini "non c'è bisogno di nuove centrali", per il governatore della Puglia Niki Vendola bisogna imparare dal disastro che ha investito il Giappone; il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani ha dichiarato esplicitamente di essere contrario al nucleare. In Italia quindi si continua a riflettere su questa faccenda, ma la sensazione è che dalla tragedia giapponese in molti abbiano imparato qualcosa.

AGGIORNAMENTI. Nuovi aggiornamenti sulla questione nucleare giungono dalla seduta delle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera. Tramite il sottosegretario Saglia, il governo ha fatto sapere che le centrali non verranno costruite senza prima ottenere l'assenso delle Regioni che dovrebbero ospitarle. Insomma diventerebbe praticamente vincolante un parere che per legge vincolante non è.

Al Partito Democratico che chiedeva l'annullamento del piano, Saglia ha però risposto ricordando che "la tragedia immane in atto in Giappone non è connessa con le scelte per il nucleare" e che fare un passo indietro rappresenterebbe "un'inopportuna modifica da parte del Governo delle decisioni già assunte sul piano energetico sull'onda emotiva degli eventi catastrofici del Giappone".

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