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Nube radiottiva in Italia, arriverà si o no? Secondo gli esperti non ci sono rischi per la salute

Mentre in Giappone l’allarme nucleare resta alto, il mondo intero è preoccupato per la nube nucleare. La nube secondo Meteo France arriverà oggi anche in Italia ma secondo gli esperti non ci sarebbero rischi per la salute.
A cura di Cristian Basile
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L'allarme nucleare provocato dalla centrale di Fukushima, danneggiata dallo tsunami dello scorso 11 marzo in Giappone, si è esteso dal paese nipponico al resto del mondo. Proprio in queste ore, una nube radioattiva, come mostra un video di Meteo France, potrebbe raggiungere l’Italia e la notizia ha creato un certo allarmismo, per molti esperti assolutamente ingiustificato.

La radioattività sarebbe infatti più di diecimila volte inferiore rispetto a quella di Chernobyl e con questi dati anche dopo diversi giorni di esposizione si avrebbero gli stessi effetti di qualche istante all’aria aperta, dove la radioattività è presente in natura, nelle piante, nelle rocce e sulla superficie terrestre. Quindi, secondo gli esperti, anche se la nube dovesse arrivare realmente sull'Italia l’allarmismo non è giustificato e non c'è motivo per avere paura o restarsene chiusi in casa.

La nube spinta dal vento ha attraversato l’Oceano Pacifico poi quello Atlantico fino ad arrivare in queste ore in Europa. Un percorso molto lungo durante il quale, secondo gli esperti, le particelle si sarebbero diradate è diventate assolutamente innocue e l’esposizione sarebbe minore a quella che si subisce quando si fa una radiografia., tanto che anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha rassicurato gli italiani annunciando che non sarebbe in arrivo nessuna nube radioattiva.

Ciò non toglie che sia d'obbligo restare in allerta. Per questo motivo, considerata la possibilità che comunque potrebbe verificarsi il transito, seppur senza pericolo, sull’Italia della nube contenente particelle radioattive, diverse associazioni come quella dei medici endocrinologi (Ame), l’Associazione italiana medicina nucleare (Aimn) e l'Associazione italiana tiroide (Ait) hanno voluto spiegare in una nota congiunta, che non esiste alcun rischio contaminazione.

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