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Ndrangheta, arrestato il boss Antonio Pelle: era nascosto in unʼintercapedine

E’ stato scovato dagli agenti della Mobile di Reggio Calabria. Era considerato il capo dei clan di San Luca, nell’elenco dei cento ricercati più pericolosi d’Italia. Fuggì dall’ospedale nel 2011, dopo essersi ricoverato fingendosi anoressico. Deve scontare 20 anni di carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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L’hanno trovato in un bunker sotterraneo nella sua abitazione a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria: Antonio Pelle, 54enne ritenuto il capo dell'omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca, era latitante dal 2011, quando era fuggito all'ospedale di Locri, dove si era fatto ricoverare fingendo di essere anoressico. La squadra Mobile di Reggio Calabria lo ha arrestato questa mattina. Detto "vancheddu" ma conosciuto come la "mamma", deve scontare una condanna a 20 anni di reclusione. Il nome di Antonio Pelle compariva nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi e stava per essere inserito nei primi 10.

Pelle era riuscito a farsi ricoverare a Locri nel 2011,dopo aver perso molti chili in carcere, anche a seguito di un malore. Ma l'anoressia, secondo quanto poi fu accertato gli inquirenti, sarebbe stata indotta da pillole dimagranti assunte proprio nell’ambito del piano di evasione del boss di ‘ndrangheta. A rivelarlo, all’epoca della fuga, era stato l’allora procuratore aggiunto Nicola Gratteri, che aveva svelato che “durante il periodo di detenzione, grazie ad alcune intercettazioni ambientali, eravamo riusciti a capire che Pelle, forse con complicità all'interno del carcere, era riuscito ad avere dei medicinali dimagranti. Di questi farmaci, però – prosegue ancora il magistrato – aveva fatto uso spropositato tant'è che era stato necessario ricoverarlo all'ospedale romano Pertini”.

In tutti questi anni gli inquirenti non hanno mai smesso di cercarlo, fino a questa mattina quando è stato trovato all'interno di un'intercapedine realizzata tra la stanza da letto e il bagno della sua abitazione a Bovalino. Pelle ora continuerà a scontare la sua pena per i reati di associazione mafiosa, coltivazione illecita di sostanze stupefacenti, ricettazione, evasione e detenzione abusiva di armi e munizioni.

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