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Napolitano: “Lo stato non garantisce i diritti dei carcerati. Si pensi ad indulto o amnistia”

Durissimo comunicato del Presidente della Repubblica contro il sovraffollamento delle carceri. Con un invito al Parlamento affinché valuti indulto e amnistia.
A cura di Redazione
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È "l'inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazioni costanti dei diritti umani, rilevate dagli organismi internazionali e dalle istituzioni europee" a spingere il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad inviare un lungo ed articolato messaggio alle Camere sulla necessità di intervenire per il drammatico tema del sovraffollamento carcerario. Un intervento, letto in Aula da Laura Boldrini, corredato da una lunghissima analisi "numerica" dei dati diffusi nelle ultime settimane sulla situazione delle carceri italiane e concluso con due parole chiarissime: indulto o amnistia, anche congiuntamente.

Napolitano, in apertura ha ricordato "l'inammissibile allontanamento dai principi su cui si fonda l'integrazione europea", quasi un "imperativo giuridico, morale e politico di cambiare condizioni carcerarie", anche in ossequio ai fondamentali principi cristiani e al rispetto dei principi costituzionali in tema di esecuzione della pena. Stando all'analisi del Capo dello Stato, "non si deve scivolare nell'insensibilità di fronte alle sofferenze umane di decine di migliaia di uomini e donne", evidente dall'analisi dei drammatici dati sul sovraffollamento carcerario. E non basta ampliare le strutture, come peraltro sta già facendo il Governo, con la previsione di diecimila nuovi alloggi nei prossimi anni, perché il problema è strutturale.

Napolitano così individua anche alcuni punti sui quali si può intervenire per ridurre il numero complessivo dei detenuti, che rappresenta la priorità per il nostro Paese, per "questioni di dignità che non possono essere taciute": in primo luogo meccanismi di probation, con la possibilità dell'applicazione diretta della messa in prova dei condannati; l'estensione delle pene limitative non carcerarie; la possibilità per i detenuti stranieri di espiare le pene nei loro paesi di origine; l'attenuazione degli effetti della recidiva nell'assegnazione delle pene alternative al carcere; la depenalizzazione dei reati.

Ma soprattutto, conclude Napolitano, occorre riflettere sulla possibilità di ricorrere all'indulto e all'amnistia, misure necessarie da utilizzare anche congiuntamente e da accompagnare a precisi interventi complessivi sull'intero sistema.

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