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Napoli, il parcheggiatore abusivo doveva versare al clan Sibillo 1.600 euro al mese

Largo San Marcellino, con la possibilità di parcheggiare decine e decine di automobili, era una miniera d’oro per la camorra: l’abusivo era costretto a pagare 400 euro a settimana, prima ai Sibillo e successivamente ai Mazzarella. Emerge dall’ordinanza da 21 arresti eseguita ieri contro il clan della “paranza dei bimbi”.
A cura di Nico Falco
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Quattrocento euro a settimana, 1.600 euro al mese. Prima tutti ai Sibillo, poi ai Mazzarella, infine divisi ai due clan dopo un accordo. Era quello che doveva pagare un parcheggiatore abusivo che "lavorava" in piazza San Marcellino, miniera d'oro per la camorra per via dell'ampia possibilità di parcheggio: tra università, locali notturni e uffici il viavai era continuo, con centinaia di automobili da incastrare come pezzi del tetris.

Emerge dall'ordinanza contro il clan Sibillo eseguita ieri dai carabinieri con 21 arresti. Nell'operazione è stato smantellato anche l'altarino che la famiglia Sibillo aveva costruito all'interno del cortile dell'edificio dove abita e che, si è scoperto, oltre al busto conteneva anche le ceneri di Emanuele Sibillo, ucciso nel luglio 2015; un mausoleo, ritengono gli inquirenti, che non era solo commemorativo ma che entrava a pieno titolo nelle dinamiche del clan: le vittime del racket erano costrette a inginocchiarsi per porgere omaggio.

L'estorsione al parcheggiatore abusivo, ricostruiscono gli investigatori, era andata avanti fino al 5 maggio 2019, con cifra fissa: 400 euro a settimana, percentuale di quanto l'abusivo incassava gestendo il parcheggio. Con l'arresto di Giovanni Matteo, Giovanni Ingenito e Giosuè Napoletano, però, le cose erano cambiate: il clan Sibillo risultava indebolito, lasciando così spazio agli altri gruppi criminali. Si era fatto avanti il clan Mazzarella, rivale storico, che aveva cercato di estendere la propria influenza sui territori fino ad allora controllati dai Sibillo, compreso il parcheggio di largo San Marcellino.

L'abusivo aveva ottenuto il placet per restare in quel punto, ma con un accordo diverso: cifra uguale, ma da versare a Pietro Perez e Antonio Iodice. L'uomo si era quindi rivolto alla donna a cui fino ad allora aveva consegnato il pizzo e i due clan si erano messi d'accordo: sempre 400 euro, che sarebbero stati divisi equamente tra i due gruppi di estorsori. Le cose, però, poi andarono diversamente: 100 euro a settimana al clan Sibillo, 300 ai Mazzarella.

Emanuele Sibillo
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