Assegnata la scorta a Luciana Esposito, minacciata dai clan. È la sesta giornalista campana sotto protezione

Da oggi è attiva la scorta armata per Luciana Esposito, giornalista napoletana di 41 anni, che da anni racconta le dinamiche di camorra di Ponticelli e di Napoli Est; con lei salgono a sei i cronisti campani costretti a vivere sotto protezione. Finita nel mirino dei clan per gli articoli e i libri pubblicati, era stata già vittima di intimidazioni e aggressioni per il suo lavoro. La situazione era peggiorata da diverse settimane, portandola a chiudersi in casa per tutelare la propria incolumità. Dalla scorsa estate aveva denunciato nuove minacce da parte di Vincenzo Sarno, arrestato a febbraio e destinatario di un nuovo provvedimento eseguito il 20 maggio a seguito di indagini della Guardia di Finanza di Firenze sul clan Sarno in Toscana; più di recente, era stata vittima del furto dell'automobile, episodio che era stato poi rivendicato tramite social da personaggi legati al clan De Micco di Ponticelli.
"È stato provvidenziale perché mi permette di tornare a vivere – commenta Luciana Esposito a Fanpage.it – l'alternativa era restare chiusa in casa, mi ero già preparata per lasciare Napoli a fine mese. Dopo l'omicidio di Enrico Capozzi avevo annunciato che non mi sarei più occupata della camorra di Ponticelli, sperando che questo potesse allentare la tensione, perché era forte il sentore che potessi subire delle ritorsioni anche io. Così non è stato: tra gennaio e maggio ho sporto quasi dieci denunce. Ho ricevuto minacce dai parenti dei Sarno quando Vincenzo non era stato ancora arrestato; non so se nell'ultima ordinanza di Firenze ci sia qualcosa che mi riguarda, perché le prime minacce le ho ricevute nell'estate 2023, quindi nel periodo in cui la Guardia di Finanza stava già indagando su di loro".
La giornalista, come raccontato nelle diverse denunce sporte alle forze dell'ordine, ha però ricevuto minacce che sarebbero riconducibili anche ai De Micco, ovvero il clan attualmente egemone a Ponticelli dopo gli scontri con i rivali dei De Luca Bossa.
"Mi hanno rubato l'automobile, e questo furto è stato rivendicato dai De Micco, che mi hanno scritto su Tiktok da un account gestito da personaggi legati al clan lasciando intendere che, se non avessi lasciato Ponticelli, mi sarebbe potuto succedere altro – prosegue la Esposito – negli ultimi due anni, in pratica, ho ricevuto minacce da tutti i clan attivi su questo territorio. In particolare da quando ho iniziato a lavorare su notizie che mi sono state fornite da un uomo che sarebbe poi diventato collaboratore di giustizia, quindi da una fonte privilegiata. La Dda di Napoli ha aperto un fascicolo che racchiude le denunce che ho sporto negli ultimi due anni e, naturalmente, riponiamo la massima fiducia nel loro lavoro e ci aspettiamo, come sempre, che la giustizia faccia il suo corso".