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Monti è pronto a metter mano ai costi della politica: ecco le priorità

Il Presidente del Consiglio intende dare un segnale forte già nei prossimi giorni. Nel mirino gli stipendi dei manager della pubblica amministrazione e le spese non obbligatorie degli enti pubblici.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente del Consiglio

I primi tagli ai costi della politica potrebbero già arrivare nei prossimi giorni. Si tratta di un tema che Mario Monti ha preso molto a cuore e sul quale intende intervenire il prima possibile. Il segnale, dunque, ci sarà, ma chi si aspetta una bella decurtazione della retribuzione dei parlamentari rischia di rimanere deluso: il 5 gennaio, infatti, un comunicato di Palazzo Chigi ha precisato che gli interventi sugli stipendi dei parlamentari sono di competenza esclusiva delle due Camere. Il governo, almeno su questo fronte, non può nulla. In altri ambiti, però, qualcosa potrebbe succedere davvero.

Super stipendi degli alti dirigenti pubblici

La prima sforbiciata potrebbe riguardare i manager e gli alti dirigenti pubblici. Monti, come ribadito ieri in un'intervista al Sole 24 ore, intende metter mano agli altissimi emolumenti, in molti casi superiori a quelli dei parlamentari, e alle liquidazioni da capogiro percepite da chi occupa posizioni di rilievo nella pubblica amministrazione. Il Presidente del Consiglio ha detto chiaramente che si tratterà di "misure forti". Le decisioni sul da farsi verranno prese anche alla luce del lavoro della Commissione Giovannini che, dopo aver comparato le retribuzioni dei parlamentari italiani con quelle degli altri Paesi europei, concentrerà il proprio lavoro su enti e uffici pubblici, non necessariamente appartenenti alle due Camere.

Contrazione delle spese non obbligatorie

Come già segnalato nella circolare Monti del 30 dicembre inviata a tutta la pubblica amministrazione, verrà istituita presso ogni ministero una commissione di controllo della spesa: i suoi compiti saranno quelli di segnalare chi sgarra e di erogare sanzioni (su questo punto si sta ancora discutendo). Per il Presidente del Consiglio occorre una politica di rigore sulle spese. E allora via con la contrazione delle spese non obbligatorie, sforbiciata sulle spese in pubbliche relazioni (verrà tagliato l'80% delle risorse destinate a tale ambito), stretta sulle missioni, sulle auto blu e sugli incarichi onorifici (l'idea è quella di erogare un gettone di presenza di un importo non superiore ai 30 euro). Il discorso sulle Province e sulla Protezione civile, almeno per ora, resta congelato in attesa di maggiori verifiche sui costi e di incontri con le parti interessate.

Piano affitti

In agenda anche gli affitti della pubblica amministrazione, che pesano sul groppone dello Stato qualcosa come 1 miliardo di euro all'anno. L'idea del governo è quella di trasferire enti ed uffici in immobili di proprietà dello Stato (ad esempio caserme dismesse): si tratterebbe, nello specifico, di un provvedimento che non sortirebbe effetti prima di 3-4 anni ma che, nel medio e lungo periodo, porterebbe un grande risparmio.

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