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Retribuzioni dei parlamentari: il governo fa sapere che decideranno le Camere

La precisazione arriva da Palazzo Chigi. Intanto Giovannini fa sapere che il lavoro della Commissione sul livellamento retributivo Italia- Europa è terminato: ora bisognerà capire se i dati venuti fuori basteranno per dare il via libera ai tagli.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente del Consiglio

Da Palazzo Chigi fanno sapere che il governo non ha "poteri sostitutivi" per quanto riguarda le retribuzioni parlamentari. Una precisazione messa per iscritto nella sezione "Notizie" dell sito ufficiale di Palazzo Chigi. Si tratta di un chiarimento arrivato il giorno dopo l'incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e quello dell'Istat Enrico Giovannini- a capo della commissione incaricata di confrontare le retribuzioni dei nostri parlamentari con quelle dei loro colleghi europei. Nella nota si legge che:

In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso di inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei Senatori e dei Deputati, interverrebbe il Governo, la Presidenza del Consiglio fa sapere che la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in materia.

Enrico Giovannini, intervistato da Radio 24, ha ricordato che il lavoro portato avanti dalla Commissione da lui presieduta è stato un lavoro prettamente tecnico: "La legge- ha sottolineato il Presidente dell'Istat- ci imponeva una scadenza, noi l'abbiamo rispettata pubblicando quello che ritenevamo pubblicabile ancorché, come alcuni giornali hanno correttamente riportato, con una serie di note metodologiche molto dettagliate".

Per Giovannini ora non resta da capire se i dati elaborati dalla Commissione basteranno affinché il Parlamento possa dare il via libera ai tagli. Non è semplice arrivare al "numeretto magico che consenta di stabilire qual è la media europea" ha dichiarato Giovannini, ribadendo che il compito della Commissione riguarda solamente la fornitura di dati base e il calcolo delle medie retributive degli altri Paesi. Per quanto riguarda il governo, Monti aveva fatto sapere che i risultati della Commissione Giovannini sarebbero stati presi in considerazione "per le successive determinazioni di propria competenza".

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