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Gli stipendi d’oro dei parlamentari e il flop della Commissione Giovannini

Con più di 16 000 euro mensili lordi, i Parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa. Ma il rapporto consegnato dalla Commissione Giovannini fotografa una situazione retributiva talmente confusa e difficile da comprendere che fare una media tra i sette paesi presi in esame risulta al momento impossibile.
A cura di Nadia Vitali
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Gli stipendi d oro dei parlamentari  commissione giovannini

In 37 pagine di relazione consegnata il 31 dicembre la Commissione sul livellamento retributivo Italia-Europaguidata dal Presidente Istat Enrico Giovannini e che conta al suo interno quattro accademici nonché il rappresentante dell'Eurostat, si limita a fare una fotografia di una situazione estremamente confusa, dalla quale è risultato impossibile tirar fuori un discorso univoco e coerente: il gruppo di lavoro, infatti, pur vantando membri di illustri meriti, si è trovato dinanzi una ingente mole di dati difficilmente confrontabili a causa dell'«eterogeneità delle situazioni riscontrate nei singoli paesi in termini di assetti istituzionali e organizzativi e di trattamento dei contributi sociali».

«La Commissione considera i dati contenuti nella presente relazione del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge» si legge nel rapporto che, infatti, si riserva una revisione prima della pubblicazione definitiva al 31 marzo 2012: sì, perché se è vero che dalle tabelle della Commissione Giovannini salta subito all'occhio come le indennità mensili di deputati e senatori italiani siano sensibilmente più alte di quelle di tutti gli altri parlamentari europei, evidenziando per l'ennesima volta come il nostro sia ancora il paese dei privilegi, va ugualmente sottolineato come questi dati rischiano di servire a ben poco vista la difficoltà di fare i conti con il livello di tassazione che, naturalmente, varia da paese a paese.

Insomma, la Commissione ha rinunciato a fare una media ed ha presentato dati di non semplice interpretazione; la mancanza di analisi di questo tipo precedentemente condotte e di informazioni provenienti da fonti ufficiali, dunque la difficoltà nel reperire numeri e notizie, i tempi molto stretti, il problema dell'individuazione di organi ed enti «omologhi» per ciascun paese, nonché i problemi interpretativi con il «testo normativo di riferimento, il cui enunciato presenta aspetti di ambiguità e talvolta di contraddittorietà» hanno contribuito a rendere lungo e complesso il lavoro degli esperti. A cominciare dalle molte «voci che compongono il costo complessivo» di un parlamentare.

Indennità, solo in Italia si superano gli 11 000 euro 

La più alta d'Europa, anche se le cifre da considerare sono tutte lorde , dunque, soggette ai diversi sistemi di tassazione: in Italia deputati e senatori guadagnano più di 11000 euro, Belgio e Paesi Bassi si assestano intorno agli 8000 euro, Francia, Germania e Austria sui 7000, mentre la Spagna, con 2813 euro è quella che vanta l'indennità parlamentare più bassa d'Europa. Con le recenti decurtazioni, tuttavia, al netto entrerebbero nelle tasche dei parlamentari poco più di 5000 euro.

Diaria, diversa da paese a paese

L'"Indennità di residenza" in Belgio non è prevista, così come in Francia dove però il parlamentare può usufruire di alloggi di proprietà dell'Assemblea con tariffe agevolate; in Spagna e Austria può raggiungere all'incirca i 1800 euro ma viene decurtata qualora il politico sia eletto nella capitale; solo chi risiede a Berlino riceve una diaria mensile più alta, 3984 euro, ma gli italiani seguono a breve distanza con 3503.

Viaggi, tra treni, aerei ed autostrade i politici italiani sono gli unici a non pagare

In Francia si dispone di una carta ferroviaria e di 40 voli a/r tra il collegio e Parigi più 6 al di fuori del collegio; in Germania solo tessera dei treni e rimborso per voli domestici; gli spagnoli hanno diritto a 150 euro giornalieri per viaggi all'estero e 120 per viaggi all'interno; i Paesi Bassi prevedono il treno di prima classe ed il rimborso di 0.37 euro per chilometro qualora ci si sposti con la propria auto ma soltanto nel caso in cui non ci siano mezzi pubblici che consentano al deputato di tornare a casa. In Italia, come è noto, la circolazione è libera su ferro, navi, autostrade ed aerei; al parlamentare italiano spettano anche 258 euro di spese telefoniche e 41 di dotazione informatica mensile

Collaboratori e portaborse

È il capitolo più complesso da comprendere: se, infatti, nel nostro paese le spese per i collaboratori vengono accorpate in quelle di rappresentanza, e se è anche vero che Francia e Germania pagano talvolta di più per i propri portaborse, è importante evidenziare che in Italia il deputato o il senatore ricevono la cifra destinata al collaboratore senza l'obbligo di rendicontazione e di dimostrare che qualcuno è stato effettivamente pagato per il lavoro svolto: per intenderci, i francesi devono restituire una parte o l'intero budget messo a disposizione, qualora questo non venga utilizzato.

Sostanzialmente, la Commissione Giovannini ha ammesso di essersi arresa dinanzi ad informazioni di difficile comparazione; il che, detto in parole poverissime, significa che, ancora una volta, la scure che dovrebbe abbattere i «privilegi della casta» non saprà bene dove andare a colpire. E gli onorevoli infuriati contro l'ipotesi decurtazioni avranno avuto la meglio grazie anche all'impossibilità di orientarsi in una giungla di numeri e dati.

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