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Milleproroghe, arriva la prima fiducia del governo M5s-Lega: il Pd occupa l’aula

Il governo M5S-Lega pone, per la prima volta, la fiducia alla Camera sul decreto Milleproroghe. Non sono mancate le proteste del Partito Democratico, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia che hanno occupato l’aula di Montecitorio sedendosi ai banchi del governo.
A cura di Chiara Caraboni
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Il governo Conte ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto Milleproroghe, per la prima volta da quando si è insediato l'esecutivo M5S-Lega. Il provvedimento scadrà il 23 settembre e dovrà tornare al Senato per la terza lettura. Ancora non è stata stabilita una data per il voto finale sul decreto, mentre la votazione finale dei deputati sulla questione di fiducia inizierà domani, giovedì 13 settembre, alle 12,40 nell’Aula della Camera.

Il decreto Milleproroghe è una sorta di maxi emendamento approvato ogni anno dal governo per posticipare l'entrata in vigore o la scadenza  di alcune norme. È uno strumento nato nel 2005, durante il governo Berlusconi, come misura eccezionale, ma è stato poi riproposto annualmente diventando quindi una ‘scadenza fissa' della politica italiana.

Cosa prevede il Milleproroghe 2018

Il decreto del 2018 si compone di 13 articoli. Il primo riguarda gli enti territoriali e le elezioni provinciali e proroga il mandato dei presidenti di provincia e dei consiglieri territoriali al 31 ottobre 2018, giornata in cui si terranno anche le elezioni provinciali. Il secondo articolo tratta invece di giustizia e si delinea la proroga sulla riforma delle intercettazioni; l'art. 3 rinvia al 31 agosto 2019 la denuncia di possesso di piante esotiche invasive. Si posticipano al 31 dicembre 2019, con l'art.4, i resoconti per i lavori di messa in sicurezza delle scuole; con il quinto articolo si stabilisce la data a partire dalla quale sarà possibile accedere alla modalità pre-compilata dell'ISEE. Istruzione, università e vaccini (con il ripristino della possibilità di presentare solo l'autocertificazione) sono invece i temi di cui parlano gli articoli 6 e 7. Con l'ottavo, si posticipano al 2018-2020 i criteri applicati per i fondi per il servizio sanitario nazionale tra le Regioni. Segue poi l'articolo 9, che proroga la scadenza di presentazione dei dati relativi ai danni subiti durante il terremoto, mentre il decimo articolo fa slittare al 31 maggio 2019 la scadenza per la consegna delle infrastrutture per le Universiadi di Napoli. C'è poi l'art.11 che tratta di proroghe riguardanti le banche popolari e i gruppi bancari cooperativi , l'art.12 sulle attività di sostegno alle esportazioni italiane e infine il numero 13, riguardante il finanziamento degli investimenti e di sviluppo infrastrutturale del Paese.

Le polemiche: il Pd occupa l'aula

In seguito alla decisione di porre la fiducia sono arrivate le proteste dei parlamentari del Pd che, insieme ai deputati di Forza Italia e di Fratelli d’Italia hanno occupato i banchi del governo. Ciò che viene contestato dalle opposizioni è il fatto che la fiducia sia stata formalmente autorizzata dal Consiglio dei ministri il 24 luglio, ovvero un giorno prima che il presidente della Repubblica avesse firmato il decreto e che questo fosse pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. I parlamentari dem ritengono quindi che la procedura adottata dal governo M5S e Lega sia viziata, perché il testo nel corso del tempo ha subito notevoli variazioni dovute ai voti in commissione e all’approvazione di svariati emendamenti. Come ha dichiarato infatti il deputato del Pd Roberto Giachetti, il testo "è cambiato sostanzialmente, sul tema vaccini tre volte, su altri ancora è stato modificato. La fiducia autorizzata dal Cdm non può riferirsi al testo in esame alla Camera". Il Pd si chiede quindi come, con questa azione politica, il consiglio dei ministri abbia deciso di porre la fiducia sul decreto in un momento in cui il testo era diverso rispetto a quello di oggi.

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