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Il caso di Giovanna Pedretti

Ristoratrice morta, la famiglia di Giovanna Pedretti: “Niente fiori, fate beneficenza”

La famiglia della ristoratrice morta a Sant’Angelo Lodigiano ha chiesto di “non inviare fiori” al funerale di Giovanna Pedretti, “ma devolvere l’equivalente in offerte”.
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Giovanna Pedretti
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Domani, lunedì 22 gennaio, si svolgeranno a Sant'Angelo Lodigiano i funerali di Giovanna Pedretti, la ristoratrice morta dopo essere finita al centro delle polemiche per una presunta recensione sulla sua pizzeria. Per l'occasione la famiglia, che vorrebbe che la cerimonia si svolgesse in forma privata, ha chiesto di "non inviare fiori ma devolvere l'equivalente in offerte".

I funerali di Giovanna Pedretti

In seguito all'autopsia, la Procura della Repubblica di Loda ha autorizzato la sepoltura del corpo di Giovanna Pedretti, trovata morta domenica scorsa, 14 gennaio, sulle sponde del fiume Lambro. L'esame autoptico, svolto presso l'Istituto di Medicina legale di Pavia, ha stabilito che la donna è deceduta per annegamento. Tuttavia è possibile che prima abbia tentato gesti autolesionisti in auto, visto che in auto sono state trovate tracce di sangue.

La famiglia, che ha chiesto più volte di spegnere i riflettori dei media su questa vicenda e vorrebbe poter celebrare il funerale in forma privata, ha anche rivolto un appello a quanti vorranno omaggiare la donna. "Non inviare fiori ma devolvere l'equivalente in offerte alla Casa di Riposo di Sant'Angelo Lodigiano o all'Associazione Genitori e Amici dei disabili e Gruppo il Maggiolino", hanno fatto sapere il marito e la figlia.

A che punto sono le indagini

La famiglia di Giovanna Pedretti ha indicato per la beneficenza due associazioni in cui la donna era volontaria. Da sempre, infatti, la ristoratrice era attenta al tema della disabilità. Un tema che è emerso anche nella recensione, su cui ancora si sta indagando per verificarne l'autenticità, che l'ha trascinato all'interno di uno scandalo sicuramente molto più grande di lei e per cui era anche stata sentire dai Carabinieri prima di commettere l'estremo gesto.

Il procuratore di Lodi, Maurizio Romanelli, ha infatti deciso di aprire un fascicolo per istigazione al suicidio in seguito alle polemiche nate sui social sulla veridicità di quella recensione e della relativa risposta della ristoratrice. La donna ai carabinieri aveva dichiarato che la recensione era vera, ma risaliva ad aprile e lei l'avrebbe condivisa soltanto ora.

Secondo il marito, la donna era ossessionata dai commenti negativi e proprio per questo, secondo la figlia, che ha anche pubblicato una poesia in memoria della madre, l'eccessiva esposizione mediatica avrebbe "massacrato la mia mamma". E quindi hanno deciso di nominare un consulente informatico che possa stabilire se la recensione fosse vera o falsa.

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