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Il caso di Giovanna Pedretti

Ristoratrice trovata morta, per la Procura non c’è stata istigazione al suicidio di Giovanna Pedretti

La Procura ha chiesto l’archiviazione del fascicolo relativo alla morte di Giovanna Pedretti. Per gli inquirenti, non ci sarebbe stata istigazione al suicidio.
A cura di Enrico Spaccini
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Giovanna Pedretti
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La Procura di Lodi ha richiesto l'archiviazione del fascicolo relativo alla morte di Giovanna Pedretti. La ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano era stata trovata senza vita nella mattinata del 14 gennaio scorso sulle rive del fiume Lambro. Secondo gli inquirenti, nessuno avrebbe contribuito a determinare il suicidio e nemmeno a rafforzare o agevolare il suo intento. Ora il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura e, quindi, archiviare il procedimento.

La recensione pubblicata su Facebook

La storia di Giovanna Pedretti aveva attirato un'attenzione a livello nazionale nei primi giorni di gennaio. Titolare del ristorante ‘Le Vignole' insieme al marito Nello D'Avino (che ha riaperto il locale solo lo scorso aprile), aveva pubblicato su Facebook la recensione lasciata da un cliente che si lasciava andare a commenti omofobi e abilisti. Alcuni hanno pensato, però, che quella recensione fosse falsa e costruita per farsi pubblicità.

La mattina del 14 gennaio, Pedretti è stata ritrovata senza vita sul fiume Lambro. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la ristoratrice aveva provato prima a ferirsi con una lama che, però, non era in grado di procurarle lesioni profonde. Dopodiché, si è gettata.

Non c'è stata istigazione al suicidio

Per gli inquirenti, la recensione che aveva pubblicato su Facebook "non è genuina". Stando infatti a quanto appreso da Fanpage.it, dall'analisi dei telefonini è stato possibile rilevare che Pedretti avesse fatto alcuni ritagli di un'altra recensione.

Al di là di questo, nessuno dei comportamenti adottati dalle varie persone intervenute nella vicenda sarebbe "in alcun modo qualificabile come penalmente rilevante".

Per questo motivo, la Procura di Lodi ha richiesto l'archiviazione del fascicolo che era stato aperto a carico di ignoti per istigazione o aiuto al suicidio "per insussistenza di fatti penalmente rilevanti e per l'insussistenza di altre ipotesi di reato". Nessuno, quindi, avrebbe contribuito a determinare il suicidio di Pedretti o a rafforzare il suo proposito.

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