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Il caso di Giovanna Pedretti

Giovanna Pedretti era stata sentita dai Carabinieri per la recensione contro gay e disabili

Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta ieri pomeriggio, era anche stata sentita dagli inquirenti. I carabinieri indagavano sulla possibilità che nella recensione si prefigurasse il reato di istigazione all’odio.
A cura di Francesca Del Boca
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Giovanna Pedretti
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Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria di Sant'Angelo Lodigiano Le Vignole trovata morta ieri pomeriggio nel fiume Lambro, era anche stata sentita dai Carabinieri in merito alla presunta recensione online di un cliente che negli ultimi giorni l'aveva resa protagonista di un grosso caso mediatico.

La cinquantanovenne, secondo quanto emerso da fonti investigative, era stata chiamata semplicemente come persona informata sui fatti dagli inquirenti che indagavano sulla possibilità che all'interno della recensione si prefigurasse il reato di istigazione all'odio. "La pizza era ottima ma ho mangiato vicino a gay e disabili", recitava il testo. Pronta la risposta della ristoratrice, da lei stessa pubblicata sulla pagina social del locale di Sant'Angelo Lodigiano: "Qui non si discrimina". Una storia messa in discussione da tanti, dopo la diffusione della notizia sulla stampa nazionale.

Sulla vicenda, intanto, la Procura di Lodi ha aperto un fascicolo modello 45, senza nessuna ipotesi di reato o indagato, mentre tra mercoledì e giovedì sono in programma l'autopsia e l'esame tossicologico. Sotto l'occhio degli investigatori anche i dispositivi elettronici della donna, che insieme al marito Nello D'Avino gestisce da decenni il locale in centro a Sant'Angelo Lodigiano.

Ma non solo. Secondo quanto rivelato da alcune fonti investigative a Fanpage.it, in un secondo momento le indagini potrebbero anche concentrarsi sulla ricostruzione della veridicità della recensione e della relativa risposta della ristoratrice.

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