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Mazzette ai dipendenti dell’obitorio per promuovere la propria agenzia funebre, 10 misure cautelari

Alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno ricevevano denaro per convincere i parenti dei defunti a scegliere l’agenzia funebre. Misure cautelari emesse per 10 persone, una in carcere.
A cura di Enrico Spaccini
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I primi sospetti che ci fosse qualcosa di strano nella gestione dei defunti all'obitorio dell'ospedale di Saronno risalgono al 2020. Fu la stessa direzione sanitaria a inviare diverse segnalazioni che riguardavano del denaro ricevuto da un addetto dell'obitorio da parte di un impresario funebre del posto. Questa mattina, 28 novembre, la Procura di Busto Arsizio ha eseguito dieci misure cautelari per ipotesi di reato che vanno da corruzione di incaricato di pubblico servizio, al falso ideologico.

Il blitz ha portato a un arresto, un arresto ai domiciliari, due divieti di esercizio di professione medica, quattro divieti di esercitare l'attività di impresario funebre, due sospensioni dall'esercizio delle mansioni di addetto all'obitorio con divieto di concludere contratti di lavoro con la pubblica amministrazione.

Le mazzette ai dipendenti dell'obitorio

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, quattro titolari di onoranze funebri, ognuno indipendentemente dall'altro, elargivano somme di denaro ad alcuni dipendenti dell'obitorio dell'ospedale di Saronno, in provincia di Varese. Uno di questi dipendenti ora è in carcere.

Con queste mazzette, si assicuravano che i dipendenti tentassero di convincere i parenti dei defunti a scegliere una determinata azienda di pompe funebri piuttosto che un'altra a cui affidare tutte le procedure. Ma non solo, perché a quei familiari veniva poi proposto di aggiungere servizi e cure al proprio caro defunto anche se queste non erano necessarie.

Inoltre, alcuni offrivano anche la possibilità di vegliare e ostentare le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19. L'ipotesi di reato per i dieci, a vario titolo, è di corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

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