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Due misteri, un solo cadavere: “Le indagini sulla morte di Ghirardini porterebbero alla verità sul caso Bozzoli”

Nel 2015 l’imprenditore Mario Bozzoli, all’epoca titolare assieme al fratello dell’omonima fonderia di Marcheno, in provincia di Brescia, scompare nel nulla. Pochi giorni dopo viene trovato morto uno dei suoi operai, Beppe Ghirardini, uno degli ultimi a vedere Bozzoli in vita. Su questo secondo caso la Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio ma, sette anni dopo, ha chiesto per la seconda volta l’archiviazione. Per l’avvocato della famiglia Ghirardini i due casi sono però legati.
A cura di Giorgia Venturini
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Per la seconda volta la Procura ha richiesto l'archiviazione delle indagini sulla morte di Beppe Ghirardini, l'ex operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno (Brescia) che è stato uno degli ultimi a vedere in vita Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso l'8 ottobre del 2015 e mai più ritrovato. Qualche giorno dopo Ghirardini viene trovato morto nei boschi di Ponte di Legno, proprio nelle ore in cui avrebbe dovuto parlare agli inquirenti e spiegare la sua versione dei fatti sulla scomparsa di Bozzoli. Invece l'ex operaio è stato trovato morto e nel suo stomaco sono state trovate tracce di cianuro. Sul caso la Procura nel 2015 ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio che ha visto imputati i due nipoti di Mario Bozzoli: secondo i medici legali Ghirardini ha ingoiato da solo il veleno ma per gli inquirenti e la famiglia è stato costretto a farlo. "Beppe stava vivendo un periodo felice della sua vita. Dopo pochi giorni avrebbe riabbracciato il figlio che tornava dal Brasile. Inoltre le sue ultime ore di vita non erano quelle di uno che aveva deciso di farla finita", spiega a Fanpage.it Maurizio Simini, avvocato della famiglia Ghirardini che non ha mai creduto all'ipotesi che l'operaio volesse togliersi la vita.

Il legame con la morte di Mario Bozzoli

Da allora però sono passati sette anni. Ora tutto è nelle mani del giudice per le indagini preliminari che deciderà se disporre l'archiviazione oppure ordinare nuove indagini. E per la seconda volta alla decisione della Procura si è opposta ancora la famiglia: "Non possiamo sapere quello che ha visto, cosa è venuto a sapere. Certo però è che Beppe Gherardini è stato coinvolto nel caso Bozzoli e per questo è stato costretto a uccidersi", spiega l'avvocato. Già, perché sembra quasi certo che l'operaio sapesse qualcosa sul caso Bozzoli. Omicidio rimasto irrisolto ancora dopo così tanti anni. Su questa vicenda da mesi però è stato avviato un processo che vede imputato Giacomo Bozzoli, il nipote dell'imprenditore Mario, accusato della morte e dell'occultamento del cadavere dello zio. Da sempre lui si è detto innocente per entrambi i capi di imputazione. Ad oggi però il corpo di Bozzoli non è mai stato trovato: gli inquirenti stanno cercando di capire se può essere stato gettato in uno dei forni della fonderia e se del corpo si è persa ogni traccia. Per capire se tutto questo è possibile, il prossimo 27 aprile faranno una simulazione con un maiale morto, simulazione che ha fatto insorgere le associazioni animaliste.

Il legale: Il caso è stato sottovalutato

Poche sono le certezze. Sul caso Ghirardini non si è mai parlato di omicidio, ma solo di istigazione al suicidio. "Non abbiamo alcun intento persecutorio nei confronti dei nipoti Bozzoli, ma fin dall'inizio sottolineiamo incongruenze nelle indagini preliminari. Chiediamo che venga fatta piena luce sulle cause della morte", tiene a precisare il legale. Che infine sottolinea: "Il caso è stato sottovalutato, eppure se si facesse luce sulla morte di Ghirardini si arriverebbe a risolvere il caso Bozzoli. Si potrebbe arrivate alla verità". Bisognerà attendere il prossimo 13 luglio per capire se si andrà avanti con le indagini oppure se il giudice sceglierà questa volta la strada dell'archiviazione.

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