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Matteo Salvini vuole abolire il valore legale del titolo di studio

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, vuole abolire il valore legale del titolo di studio: “Negli ultimi anni la scuola e l’università sono stati serbatoi elettorali e sindacali: ecco perché l’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare”. Così la laurea non sarebbe un requisito necessario per partecipare ai concorsi pubblici. Ma il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, frena: “In questo momento non è in programma”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Prima di affrontare concretamente l’argomento, probabilmente, di tempo ne passerà. Ma la questione dell’abolizione del valore legale del titolo di studio sembra stare a cuore al vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. E anche ai suoi alleati del MoVimento 5 Stelle che sul tema hanno anche avanzato una proposta di legge. A gelarli, per il momento, è il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che sembra voler attendere una riforma del mondo della scuola e dell’università che possa fare da apripista a nuove regole anche per il valore legale del titolo di studio.

Ieri Salvini ha parlato pubblicamente della questione: “Dobbiamo mettere mano alla riforma della scuola e dell'università, affrontando la questione del valore legale del titolo di studio”, ha affermato il ministro dell’Interno. Lasciando intendere che la sua volontà è quella di non far più valere la laurea come requisito necessario per partecipare ai concorsi pubblici. Una posizione spiegata dal vicepresidente del Consiglio: “Negli ultimi anni la scuola e l’università sono stati serbatoi elettorali e sindacali: ecco perché l’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare”.

Bussetti frena: ‘Al momento non è in programma'

A frenare il leader leghista ci pensa però Bussetti. Che parla, sì, di “un tema di cui si dibatte da tanti anni”, ma sottolinea anche che “in questo momento non è in programma”. In ogni caso, “non è detto che poi non possa essere analizzato in futuro”. Oggi, però, per Bussetti le proprietà sono altre. Non una grande riforma dell’istruzione, ma quanto meno delle “modifiche che creino maggiore semplicità, certezze e percorsi giusti e mirati per arrivare ad ottenere quello di cui la scuola ha bisogno per il bene degli studenti”.

La proposta di legge del M5s

Sul punto c’è da valutare anche la posizione degli alleati di governo della Lega, il Movimento 5 Stelle. Che ha presentato una proposta di legge sul tema. Eloquente il titolo della proposta a prima firma Maria Pallini: “Divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici”. Le intenzioni tra i due partiti, quindi, sembrano essere simili. Ma prima di arrivare a una decisione sul tema la strada sembra ancora lunga e dovrà passare per una serie di modifiche chieste dal titolare del ministero di viale Trastevere.

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