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Manifesto per il Sud: la classe dirigente meridionale con Matteo Renzi

“Il manifesto per il Sud di una emergente classe dirigente meridionale che reputa il cambiamento improrogabile”. Uomini e donne tra i 25 ed i 40 anni, proposte dal basso e un obiettivo: Unire il Sud con Matteo Renzi.
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Renzi-Sud

"Noi lo sappiamo. Non ci si salva da soli, ma se si va avanti insieme, e se nessuno resta indietro. Per troppe generazioni il racconto del Sud povero e senza redenzione ha fatto comodo a molti, a quelli che lo ritenevano un problema di cui disfarsi e a quelli a cui conveniva che nulla cambiasse".

Comincia in questo modo il Manifesto per il Sud, firmato da un gruppo di ricercatori, professionisti, innovatori, amministratori, politici, lavoratori, imprenditori e studenti dai 25 ai 40 anni. Un manifesto (aperto alle sottoscrizioni ed ai contenuti) per proporre punti programmatici a Matteo Renzi, impegnato in queste settimane in una campagna elettorale per le primarie del centrosinistra. Ma soprattutto un'agenda con le 5 priorità per lo sviluppo del Sud, compito da sempre disatteso dalla classe dirigente meridionale. Una classe dirigente che deve assumersi la responsabilità politica e sociale delle brutture del Meridione: "il familismo amorale, la cooptazione, il clientelismo, l’illegalità diffusa, le mafie, l’assenza di mobilità sociale, il brain waste dei talenti formati". La scelta di chi ha redatto e sottoscritto il Manifesto insomma, testimonia quanto anche nel Mezzogiorno la partita per la leadership sia legata a temi concreti, ad una ritrovata volontà di intervento sulla cosa pubblica che parte da una riflessione sulla piattaforma programmatica, più che "ideologica". Una partita che Matteo Renzi sembra potersi giocare fino in fondo, nonostante in alcune zone del Meridione sconti un ritardo importante, per una serie di fattori che meriterebbero un'attenzione maggiore (appoggio del partito, radicamento territoriale, limitatezza della riflessione e via discorrendo).

Cinque punti essenziali da cui ripartire, dunque: legalità, istruzione, innovazione, infrastrutture, bellezza. E da fondere con i pilastri dell'Europa, del futuro e del merito sui quali Matteo Renzi ha impostato la sua campagna per la leadership (e su cui ha insistito non poco nel confronto televisivo con gli altri candidati alle primarie).

Legalità, innanzitutto. "Servono un patto con la cittadinanza e politiche di investimenti sui territori ad alta densità criminale attraverso percorsi che creino spirali virtuose legalità-sviluppo-senso civico. Serve una reale politica di prevenzione che preceda le devianze attraverso un’azione solidale tra scuola, reti sociali e poli associazionistici". Ma non solo, perché appare non più rimandabile una seria discussione sulla trasparenza nella pubblica amministrazione, che renda anche più corretto il rapporto fra cittadini e burocrazia.

Istruzione e formazione professionale. Ridurre la dispersione e limitare gli insuccessi scolastici sono e devono restare delle priorità nell'azione del prossimo Governo. Che deve operare una politica "di intervento organica e continua, con interventi qualitativi più che quantitativi, per intervenire sulle situazioni di maggiore degrado socio-culturale", in modo da spazzar via definitivamente quella spirale perversa tra ignoranza ed illegalità.

Innovazione, senza se e senza ma. "La tecnologia è il mezzo con cui superare la discriminazione geografica, oggi un giovane del Sud può competere con i suoi coetanei di ogni parte del Mondo se ha accesso alla Rete. Non solo banda larga e ultralarga, ma anche la realizzazione di un’infrastruttura basata sul cloud computing, in grado di rendere interoperabili tutti i servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni". Insomma, le vere "grandi opere" capaci di abbattere il divario, di garantire al Mezzogiorno le basi su cui impostare il futuro, creando le condizioni migliori per investire e rischiare, costruendo sviluppo e posti di lavoro.

Infrastrutture, concretezza e sostenibilità. Il Sud può e deve diventare "la piattaforma logistica ed il baricentro degli scambi economici commerciali e sociali che attraversano il Mediterraneo". Nonostante abbia mancato l'appuntamento della globalizzazione e abbia un impellente bisogno di ripensare la mobilità su scala macroregionale. Impegni concreti, che possono essere portati a termine anche grazie ad una seria razionalizzazione delle risorse.

Difendere la bellezza. "Investire sullo straordinario patrimonio artistico e culturale del Sud" e allo stesso tempo valorizzare il territorio ripensando a strategie di sostenibilità ambientale che creano ricchezza e valore. E' questa la strada di uno sviluppo equilibrato che possa "ricollocare le regioni meridionali nuovamente al centro dei grandi circuiti internazionali del turismo culturale e ambientale, nello spirito di un nuovo Grand Tour che punti alla qualità e all’eccellenza, come anche alla particolarità del “vivere italiano”.

Il documento integrale e l'elenco dei firmatari sono consultabili qui.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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