Giorgia Meloni ha presieduto G7, tra temi Siria, Ucraina e Medio Oriente. I leader: "In Siria inizi una transizione pacifica e ordinata". Nei giorni scorsi residenti e uomini armati hanno fatto irruzione nelle prigioni governative e liberato i detenuti, alcuni dei quali hanno trascorso decenni dietro le sbarre. Tra questi, ci sarebbero anche cittadini statunitensi.
Secondo l'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, più di un milione di persone sono sfollate in Siria, da quando i ribelli hanno lanciato l'offensiva il 27 novembre che ha rovesciato Assad. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono sfollate nel Paese dall'inizio delle ostilità il 27 novembre. La maggior parte sono donne e bambini", ha dichiarato l'Ocha in un comunicato.
Ieri l'emittente al Jazeera ha detto di aver scoperto una fossa comune, estesa più o meno come un campo di calcio, alla periferia nord-orientale di Damasco, nei pressi del sobborgo di Qutayfa.
Ankara: "Domani l'ambasciata a Damasco sarà operativa"
La Turchia ha dichiarato che l'ambasciata di Damasco, chiusa da tempo nel 2012, riaprirà sabato, mentre il personale è partito per assumere il proprio incarico già in giornata. Il personale e l'inviato ad interim "sono partiti oggi, l'ambasciata sarà operativa domani", ha dichiarato il ministro degli Esteri Hakan Fidan alla televisione privata NTV.
Leader G7: "In Siria inizi una transizione pacifica e ordinata"
"Sul Medio Oriente, i Leader hanno discusso la situazione in Siria e – in linea con la dichiarazione adottata ieri – hanno auspicato che la fine del regime di Assad segni l'avvio di una transizione pacifica e ordinata attraverso la definizione di un processo politico inclusivo". Lo afferma il comunicato diffuso dalla presidenza italiana al termine della riunione del G7 in videoconferenza, presieduta dalla premier Giorgia Meloni.
Meloni ha presieduto G7, tra temi Siria, Ucraina e Medio Oriente
La premier Giorgia Meloni ha presieduto nel pomeriggio una riunione dei leader del G7 in videocollegamento. La situazione in Siria, il conflitto in Ucraina e la crisi in Medio Oriente fra i temi del vertice, che segna anche il passaggio di consegne fra l'Italia e il Canada, Paese che nel 2025 avrà la presidenza di turno del Gruppo.
Von der Leyen: "Creare presupposti per il rientro dei siriani"
"La transizione deve proteggere tutte le minoranze. E sono d'accordo con chi ha chiesto di creare i presupposti per un ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati. In 13 anni, attraverso le conferenze, abbiamo mobilitato 33,3 miliardi di euro per sostenere i siriani all'esterno ma anche all'interno della Siria. Il meccanismo delle conferenze potrebbe essere utilizzato in futuro per mobilitare risorse per la ricostruzione". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo la riunione telefonica con i leader del G7.
Mattarella: "Indispensabile nuova statualità in Siria"
"In Siria, si è registrato un nuovo scenario di scontro, con un cambio di regime. È indispensabile che si dia vita rapidamente a una nuova statualità, che in queste fasi concitate si riattivi il dialogo, la popolazione sia protetta e le minoranze salvaguardate". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale il corpo diplomatico accreditato in Italia.
Siria, Mattarella: "Si riattivi dialogo. Popolazione sia protetta"
“In Siria, si è registrato un nuovo scenario di scontro, con un cambio di regime. È indispensabile che si dia vita rapidamente a una nuova statualità, che in queste fasi concitate si riattivi il dialogo, la popolazione sia protetta e le minoranze salvaguardate”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella tradizionale cerimonia di auguri prima di Natale con il Corpo diplomatico. “E’ indispensabile – e a questo mira il Piano Mattei, lanciato dal governo italiano – rivolgere attenzione al continente africano, con i suoi tanti focolai di crisi: il Sudan martoriato da una guerra che non trova tregua; l’arco saheliano; il Corno d’Africa e alcune regioni dell’Africa centrale, con le loro tensioni irrisolte”, sottolinea Mattarella.
Fonti Ue: "Non riconosciamo Hts ma lavoreremo a contatti"
"Non stiamo parlando di riconoscimento ma di stabilire contatti e trasmettere messaggi sulle nostre aspettative". Lo ha dichiarato un alto funzionario europeo parlando dei contatti avuti con Hts e le nuove autorità siriane, in vista del Consiglio Affari esteri di lunedì prossimo. "Non stiamo parlando di riconoscimento. Noi ciimpegniamo con Hts come abbiamo fatto con i talebani, che non abbiamo mai riconosciuto", ha precisato la fonte. "Ci impegniamo e siamo ancora impegnati con i Talebani, ma ci sono diversi livelli di coinvolgimento", ha poi aggiunto.
Corteo pro Palestina a Torino: "Danneggiata sede Rai"
Un gruppo di manifestanti ha danneggiato uno dei varchi di ingresso della sede Rai di Torino, in via Verdi, durante un corteo pro Palestina in corso di svolgimento. In precedenza i manifestanti, in larga parte studenti, avevano lanciato uova contro le forze dell'ordine, che in prossimità del Politecnico avevano respinto un tentativo di forzare i blocchi.
Mattarella e Abu Mazen sulla Siria: "Non siano disattese speranze di libertà"
Sulla situazione in Siria, i presidenti Sergio Mattarella e Abu Mazen, in attesa di sviluppi e nella speranza che non vengano disattese dal nuovo corso le speranza di libertà, hanno espresso un giudizio comune sul regime di Assad, definito totalitario e crudele. Lo si è appreso al Quirinale al termine del colloquio di oggi.
Medvedev: "Assad è responsabile della caduta del suo regime"
Il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha affermato che il responsabile del crollo del regime in Siria è lo stesso presidente Bashar al-Assad. "La caduta del regime di Assad in Siria è stata la conseguenza degli errori commessi nel governo del Paese", ha detto Medvedev citato dai media russi.
"La situazione interna dipendeva dall'amministrazione, dal governo dell'ex presidente Assad", ha detto Medvedev citato dalla Tass, "sfortunatamente l'esercito siriano si è rivelato incapace in questo senso e questa è probabilmente la prova degli errori di calcolo commessi durante la sua amministrazione".
L'ex presidente russo ha sottolineato che Mosca ha fornito un"sostegno piuttosto importante" ad Assad perché temeva la disgregazione della Siria, "secondo lo stesso modello di numerosi altri Paesi del Medio Oriente". Con Assad, ha proseguito Medvedev, è stato possibile trovare un consenso sugli interessi dei sunniti, degli sciiti, degli alawiti, dei drusi e dei cristiani. "Sarà possibile questo sotto la guida delle forze di opposizione? Ne dubito fortemente", ha concluso.
Spagna: "In Siria mantenere contatti con nuove autorità ma con linee rosse"
"Tutti noi europei dobbiamo mantenere i contatti con le nuove autorità della Siria, avendo però chiare delle linee rosse" ovvero che "il movimento che ora è militare deve trasformarsi in movimento politico, deve garantire i diritti di tutte le minoranze e che il futuro della Siria sia inclusivo, che si mantenga l'integrità territoriale e che alcune parti del Paese non restino nelle mani di diversi gruppi".
Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares arrivando al Teatro Reale di Madrid per la cerimonia di consegna del premio conferito da Nueva Economía Fórum alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. "È una grande opportunità per il futuro della Siria e cercheremo di aiutare la popolazione", ha aggiunto Albares, sottolineando che la Siria è fondamentale nello scacchiere del Medio Oriente e che "la sua stabilità può contribuire a stabilizzare la regione in cui ora predomina la guerra".
La Grecia sospende domande di asilo dei cittadini siriani fino a nuovo ordine
"La Grecia monitora gli sviluppi nella regione" e "adatta la sua posizione sulla questione migratoria e dei rifugiati ai nuovi dati, nel contesto delle decisioni delle istituzioni dell'Unione Europea". Lo ha dichiarato il portavoce del governo ellenico, Pavlos Marinakis, al termine della riunione del Consiglio governativo per la sicurezza nazionale (Kysea), il principale organo decisionale della Grecia in materia di affari esteri e difesa, che si è concentrata sulla situazione siriana.
Nell'incontro presieduto dal premier ellenico Kyriakos Mitsotakis, è stata confermata la scelta di sospendere fino a nuovo ordine le decisioni sulle domande di asilo dei siriani che si trovano nelle strutture di accoglienza greche, scrive Kathimerini. Fonti governative affermano al giornale che la Grecia sta ancora accettando e valutando le domande di asilo, ma non verranno prese decisioni finché la situazione non sarà consolidata.
Inoltre, secondo le stesse fonti, finora gli arrivi di migranti dalla Siria si sono ridotti. "La Grecia sostiene l'unità, l'integrità territoriale e la sovranità della Siria e un futuro inclusivo che salvaguardi tutte le minoranze religiose", ha aggiunto il portavoce del governo. "Il ritorno alla normalità democratica dovrebbe significare la fine dei flussi dei rifugiati e aprire la strada del ritorno alle loro case", ha dichiarato Marinakis.
L'Ue lancia un ponte aereo per aiuti umanitari in Siria
La Commissione europea ha lanciato un nuovo ponte aereo umanitario per fornire assistenza d'emergenza in Siria. "Abbiamo aumentato i nostri finanziamenti per gli aiuti umanitari a più di 160 milioni di euro", ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen. "Con la caduta del regime di Assad, c'è una nuova speranza per il popolo siriano. Ma la situazione resta volatile. Ecco perché dobbiamo impegnarci. I nostri voli umanitari porteranno cibo, medicine e beni di prima necessità", ha evidenziato.
Re del Bahrein: "Pronti a collaborare con le nuove autorità in Siria"
Il re del Bahrein, che presiede l'attuale sessione del vertice arabo, ha espresso la sua disponibilità a cooperare con le nuove autorità in Siria in una lettera indirizzata ad Abu Muhammad al-Jolani, pubblicata dall'agenzia di stampa ufficiale Bna. Nella missiva indirizzata ad Ahmed al-Chareh, vero nome del leader della nuova coalizione al potere a Damasco, il re Hamad ben Issa Al Khalifa ha affermato che il suo Paese è pronto "a continuare le consultazioni e il coordinamento con la Siria".
Ong: "Forze israeliane attaccano monte Qasioun e aeroporto militare a Damasco"
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno lanciato nuovi attacchi aerei in Siria, in particolare su Damasco. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), centro di monitoraggio con sede a Londra, ma dotato di un'ampia rete informativa in Siria, precisando che gli attacchi hanno preso di mira un sito in cima al monte Qasioun e l'aeroporto militare di Mezzeh della capitale. Secondo la stessa fonte gli attacchi non hanno provocato vittime.
In migliaia nella moschea di Damasco, il leader del'HTS al Jolani guida la preghiera
Migliaia di siriani sono confluiti nella moschea omayyade di Damasco, dove Abu al Jolani, leader del movimento islamico Hayat Tahrir al Sham (Hts), alla testa della coalizione salita al potere domenica, è atteso per guidare la grande preghiera settimanale. Lo riporta l'Afp. Uomini, donne e bambini accorrono nel cortile della moschea dell'VIII secolo. Molti sventolano la bandiera a tre stelle, simbolo della rivolta del 2011 contro Bashar al Assad, adottata dalle nuove autorità. Al Jolani ha invitato la popolazione a scendere in piazza in massa oggi per celebrare la "vittoria della rivoluzione".
Il ministro degli Esteri Tajani: "Restiamo in Siria per contribuire alla stabilità del Paese"
"In Siria stiamo osservando con grande attenzione: abbiamo mandato il nostro rappresentante diplomatico non con il rango di Ambasciatore perché non riconoscevamo il regime di Assad. L'Italia resta in Siria per contribuire alla stabilità di quel paese, alla protezione delle minoranze a partire da quelle cristiane. I primi segnali che arrivano dal nuovo sistema non sono negativi, monitoriamo la situazione e siamo in contatto con il governo turco. Loro chiedono una presenza dell'Italia e quindi noi andiamo avanti nella speranza che tutto proceda al meglio". Lo ha detto ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a 24 Mattino su Radio.
L'inviato speciale dell'Onu a Damasco "il prima possibile"
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Geir Otto Pedersen si recherà a Damasco il prima possibile per parlare con tutte le parti interessate, ma non è stata fissata alcuna data, ha detto la portavoce dell'ufficio di Pedersen, Jennifer Fenton in un briefing a Ginevra. "Quello che posso dirvi è che l'inviato speciale vuole parlare con tutte le parti. Vuole andare a Damasco il più presto possibile, ma al momento non c'è una data fissata", ha detto la portavoce.
Von der Leyen da Erdogan ad Ankara il 17 dicembre
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen si recherà nella capitale turca Ankara il 17 dicembre, per incontrare il presidente Recep Tayyip Erdogan. Ad annunciare la data della visita è stata la delegazione dell'Ue in Turchia. Von Der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con Erdogan nelle ore seguite alla caduta del regime di Damasco. Un dialogo con al centro il futuro della Siria e le prospettive legate al rientro dei profughi in fuga dalla guerra.
Turchia riapre l'ambasciata in Siria, nominato l'incaricato d'affari
La Turchia ha designato Burhan Koroglu, finora ambasciatore in Mauritania, come incaricato d'affari presso l'ambasciata turca a Damasco, riaprendo la sede diplomatica chiusa nel 2012 a causa del conflitto siriano. A riportarlo è l'agenzia di stampa turca Anadolu, sottolineando come la riapertura dell'ambasciata turca a Damasco segna un passo significativo nel riavvicinamento tra Turchia e Siria, dopo oltre un decennio di relazioni tese.
L'ambasciata aveva infatti cessato le operazioni il 26 marzo 2012, con il personale rientrato in Turchia, mentre il consolato generale siriano a Istanbul aveva continuato le sue attività. Secondo Anadolu, la nomina di Koroglu riflette l'intenzione di Ankara di promuovere urgentemente la stabilità regionale, in un contesto di rinnovati sforzi diplomatici per risolvere la crisi siriana. Questo sviluppo potrebbe preludere a ulteriori iniziative volte a rafforzare la cooperazione bilaterale e affrontare le sfide comuni nella regione.
Koroglu, filosofo e accademico, ha conseguito la laurea in Filosofia all'Università di Istanbul nel 1985 e ha proseguito gli studi in Giordania e Turchia, specializzandosi in Filosofia islamica. Ha insegnato in diverse istituzioni, tra cui l'Università di Marmara e l'Università di Giordania, e ha ricoperto ruoli di rilievo come direttore dell'Istituto di Scienze Sociali e capo del Dipartimento di Filosofia all'Università Ibn Haldun.
Usa a Turchia: "Imperativo continuare lotta all'Isis in Siria"
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che, dopo la caduta di Bashar Al Assad in Siria, sarà "imperativo" continuare l'impegno per combattere contro l'Isis. "Il nostro Paese ha lavorato molto per assicurare l'eliminazione del califfato territoriale dell'Isis, per garantire che quella minaccia non si ripresenti. Ed è imperativo continuare ad impegnarci su questi sforzi", ha detto Blinken durante una conferenza stampa ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt, con l'omologo turco, Hakan Fidan.
Trevis Timmerman, il 29enne prigioniero per mesi in Siria: "Rilascio è stato benedizione"
Il cittadino degli Stati Uniti Travis Timmerman ha definito il suo rilascio da un carcere siriano dopo 7 mesi di detenzione "una benedizione". Lo ha detto ad Associated Press da una stanza d'albergo di Damasco, dove è arrivato nella tarda serata di ieri.
Timmerman, 29 anni, ha detto di essersi recato in Siria per un pellegrinaggio cristiano e di non essere stato maltrattato mentre si trovava a Palestine Branch, una famigerata struttura di detenzione gestita dall'intelligence siriana. Ha raccontato di essere stato liberato “dalle persone che sono entrate nella prigione e hanno buttato giù la porta della mia cella con un martello”.
Nel descrivere la sua liberazione, Timmerman ha spiegato che l'azione fuori dalla sua cella lo ha svegliato. Coloro che sono venuti a liberarlo gli hanno parlato in arabo. Ha raccontato che per un momento è stato preso dal panico, ma si è poi reso conto che alcuni degli spari erano celebrativi e a salve.
È stato rilasciato lunedì mattina insieme a un giovane siriano e a 70 donne, alcuni delle quali avevano con sé i propri figli. Ha trascorso due notti a Damasco, una in un appartamento abbandonato nella città vecchia e l'altra a casa di un nuovo amico. Ha poi iniziato a camminare verso la Giordania, quando una famiglia siriana lo ha trovato ieri a piedi nudi su una strada di campagna.
Gallant, caduta di Assad risultato dell'"effetto domino causato da nostri interventi"
Secondo l'ex capo della Difesa israeliana, Yoav Gallant, è stato l'"effetto domino" degli attacchi israeliani a Gaza e in Libano a rovesciare al-Assad in Siria. In un post sui social media, Gallant ha affermato che la caduta del regime di Assad in Siria è stata il risultato di un "effetto domino" in seguito alla "distruzione" di Hamas a Gaza da parte di Israele, allo "smantellamento" delle capacità di Hezbollah in Libano e agli attacchi che hanno indebolito la difesa aerea e la produzione di missili dell'Iran.
"L'"effetto domino ha portato alla fine alla caduta del regime in Siria", ha scritto l'ex capo della Difesa israeliana, riferendo, inoltre, in modo dettagliato della sua attuale visita negli Stati Uniti, dove ha incontrato il Segretario della Difesa Lloyd Austin.
Nelle discussioni con Austin, Gallant ha affermato che "ho anche sottolineato la significativa, ma limitata finestra di opportunita' che abbiamo di fronte nell'affrontare le ambizioni nucleari dell'Iran. Anche questa finestra è il risultato delle operazioni di Israele nell'ultimo anno". In tutti questi scenari, ha sottolineato Gallant, "la cooperazione in materia di difesa tra Israele e Stati Uniti è stata fondamentale per i nostri risultati nella guerra".
Cina: "Preoccupati dalla situazione in Siria, ora il popolo decida sul suo futuro"
Il ministro degli Esteri cinese ha affermato che il futuro della Siria dovrebbe essere deciso dal suo popolo e ha sollecitato l'avvio, il prima possibile, di un processo politico inclusivo. Wang Yi ha parlato durante un briefing con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty, giunto in visita a Pechino.
Si è trattato dei primi commenti di Wang sulla Siria dopo la rapida caduta del presidente siriano Bashar Assad avvenuta lo scorso fine settimana. Wang ha detto che la Cina e l'Egitto sono profondamente preoccupati per la situazione siriana e che bisogna impedire ai terroristi e alle forze estremiste di creare il caos nella regione.
Allo stesso modo il titolare degli Esteri di Pechino ha invitato "la comunità internazionale" a "salvaguardare efficacemente la sovranità e l'integrità territoriale della Siria, rispettare le tradizioni etniche e religiose della Siria e lasciare che il popolo siriano prenda le decisioni da solo".
Russia: "Stabiliti i contatti con i ribelli dell Hayat Tahrir al-Sham"
Il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov. ha dichiarato che Mosca ha stabilito contatti con "il comitato politico" del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) in Siria e che questi "procedono in una direzione costruttiva": lo riporta l'agenzia Interfax. Bogdanov ha inoltre ribadito che Mosca auspica di mantenere le sue basi militari in Siria. "Le basi rimangono in territorio siriano, dove si trovavano. Non sono state ancora prese altre decisioni", ha affermato.
Al-Jolani alla popolazione siriana: "Celebrate la vittoria della rivoluzione"
Il comandante in capo della nuova amministrazione siriana del dopo-Assad, Ahmed al-Sharaa, nel primo venerdì dopo la caduta del regime ha invitato i siriani a scendere nelle piazze "per celebrare la vittoria della rivoluzione".
In un discorso video diffuso su Telegram, al-Sharaa – noto in passato con il nome di battaglia Abu Mohammed al-Jolani – si è congratulato "con il grande popolo siriano per la vittoria della rivoluzione benedetta", invitando la popolazione "a scendere nelle piazze per esprimere la sua gioia", ma "senza sparare in aria proiettili terrorizzando le persone". "Dopo di ciò – ha aggiunto – andremo a costruire questo Paese".
Nuovi attacchi aerei di Israele in Siria nella notte contro siti militari ex regime
I caccia israeliani hanno lanciato nella notte nuovi attacchi aerei contro siti militari del regime di Bashar al Assad, caduto domenica scorsa per mano delle fazioni armate di opposizione.
Secondo quanto riporta l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), centro di monitoraggio con sede a Londra dotato di un'ampia rete informativa sul territorio, le forze israeliane hanno preso di mira in particolare depositi di armi nell'area della città di Masyaf e nella campagna di Homs, nella zona occidentale della Siria. Inoltre, riferisce Sohr, si sono sentite violente esplosioni nella campagna di Qusayr, al confine siriano-libanese.
Erdogan: "Non abbasseremo mai la guardia contro l'Isis"
"La Turchia non permetterà mai che emerga alcuna debolezza nella lotta contro l'Isis". Lo ha detto ieri il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, al Segretario di Stato americano Antony Blinken, secondo una dichiarazione rilasciata durante la notte dal suo ufficio.
Katz: "Resteremo in zona cuscinetto in Siria tutto l'inverno"
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato all'esercito di "prepararsi a rimanere" per tutto l'inverno nella zona cuscinetto tra Israele e Siria, sulle alture del Golan, parte delle quali sono state conquistate da Israele nella guerra arabo-israeliana del 1967.
"Alla luce di quanto sta accadendo in Siria, è di fondamentale importanza per la sicurezza mantenere la nostra presenza sulla cima del Monte Hermon, e bisogna fare tutto il possibile per garantire la prontezza dell'esercito sul posto, in modo che i combattenti possano rimanere lì nonostante le difficili condizioni climatiche" durante l'inverno, ha detto Katz.
Guterres: "Preoccupazione per attacchi aerei israeliani in Siria"
Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres è profondamente preoccupato ‘per le centinaia di attacchi aerei israeliani' sulla Siria e afferma che c'è "un'urgente necessità di ridurre la violenza su tutti i fronti in tutto il paese", ha detto il suo portavoce. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha difeso i vasti attacchi di Israele contro la Siria, affermando che le forze israeliane stanno cercando di "neutralizzare" potenziali minacce. Così riporta al Jazeera.