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Libia, Giuseppe Conte: “Rischio concreto di crisi umanitaria, conseguenze su flussi migratori”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferisce alla Camera sulla situazione in Libia e avverte che esiste il rischio di una “crisi umanitaria” e di una “guerra civile”, che avrebbero “conseguenze sui flussi migratori”. Il presidente del Consiglio sostiene quindi che l’unica soluzione possibile è quella politica, ottenendo un cessate il fuoco.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato chiamato in Aula, alla Camera dei deputati, per una informativa urgente sui recenti sviluppi della situazione in Libia, con gli scontri tra le forze della Lybian National Army guidata dal generale Khalifa Haftar e il governo di Fayez al Sarraj. Conte parla di un “concreto rischio di crisi umanitaria che va scongiurato rapidamente”. Un rischio che avrebbe “conseguenze anche sui flussi migratori”, per il presidente del Consiglio che ritiene gli ultimi sviluppi in Libia un “motivo di forte preoccupazione per l’Italia, così come lo sono e devono esserlo per tutta l’Europa e per l’intera comunità internazionale”.

Per Conte il contesto è “oggettivamente complesso e soggetto a evidenti tentativi di disinformazione e propaganda”. “Non vi sono interessi economici o geopolitici che possano giustificare derive militari e, in ultima analisi, il rischio di una guerra civile – sottolinea Conte –. La violenza genera violenza, genera ferite che difficilmente si rimarginano e non serve né l’interesse della popolazione né della comunità internazionale”.

Parlando di equilibrio nei rapporti di forza tra Haftar e Sarraj, il presidente del Consiglio ribadisce che il quadro è di “crescente intensità e violenza: la stessa missione Onu ha segnalato un probabile aggravamento della crisi nelle prossime ore in corrispondenza con l’atteso massimo sforzo di Haftar per entrare a Tripoli. Il succedersi degli scontri e l’aumento del numero dei morti, stimati in alcune centinaia, segnalano un concreto rischio di crisi umanitaria che va scongiurato rapidamente”.

Conte sottolinea la necessità di agire rapidamente, alla ricerca “di una soluzione politica che è l’unica davvero sostenibile”: “Urge lavorare in direzione di un cessate il fuoco e di una immediata conclusione della spirale di contrapposizione militare, preservando l’integrità di Tripoli. In questi mesi sono stato e sono anche ora in contatto diretto con Sarraj e Haftar, con quest’ultimo nelle scorse ore ho avuto un contatto con un suo emissario. Ho ribadito il nostro pieno sostegno a Guteress e al rappresentante speciale Salamè per riattivare il processo politico guidato dalle Nazioni Unite. Entrambi i contendenti hanno sinora ignorato la proposta di un cessate il fuoco temporaneo nelle aree a Sud di Tripoli, ma questo resta il nostro obiettivo primario”.

L’ambasciata italiana a Tripoli resta attiva, per il momento, secondo quanto assicura Conte: “Monitoriamo le condizioni di sicurezza nel Paese, ma finché ce lo consentiranno intendiamo rimanere al fianco del popolo libico e lavoreremo in prima linea per assicurare una transizione sostenibile”. Conte conclude: “La tempistica degli scontri ci induce a pensare che il processo politico fosse sulla strada giusta, dobbiamo quindi cercare di recuperarlo evitando che in Libia possano prevalere le forze dell’instabilità permanente e della violenza. Non ci possono essere ambiguità o mistificazioni, a maggior ragione in un contesto così critico”.

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