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Libia, comitati popolari controllano l’est del paese. Al Arabiya parla di 10,000 morti

Nonostante la repressione violenta di Gheddafi, il dittatore libico sembra abbia perso il controllo di parte del paese, passato sotto il controllo di comitati popolari. Intanto si registrano sempre più defezioni nelle file dell’esercito.
A cura di Cristian Basile
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Il dittatore libico, Mu'ammat Gheddafi, nonostante una repressione violentissima che ha causato più di 1.000 morti, sta perdendo il controllo di parte del paese. Dalla frontiera con l'Egitto fino alla secondo città della Libia, Bengasi, i comitati popolari sono diventati i padroni della situazione. Non si vede un solo militare, o meglio, una sola uniforme, visto che molti soldati hanno abbandonato l'esercito per passare dalla parte dei manifestanti e, con vestiti civili e armati di kalashnikov, li stanno aiutando a controllare il territorio libico.

Gli abitanti libici della "zona liberata" sventolano bandiere anteriori al regime di Gheddafi invocando una monarchia che li conduca alla tanto desiderata libertà. Nella città di Tobruk, nella quale durante questi giorni di proteste la repressione è stata meno violenta, centinaia di persone hanno manifestato stamattina a favore della democrazia e contro il dittatore. "L'unico timore che abbiamo è che Gheddafi mandi altri mercenari africani per riprendere il controllo" ha detto il membro di un comitato popolare che controlla Tobruk. "Però – ha aggiunto- anche se dovesse accadere, non ci arrenderemo mai". Questi comitati stanno cercando di controllare la situazione seguendo lo schema della rivoluzione egiziana e lo "stile Tahrir" (la piazza nella quale è nata la trionfale rivolta egiziana), incaricandosi di gestire ed organizzare tutto, giorno dopo giorno, dalla sicurezza nelle strade, alla ripartizione dei viveri, dal controllo delle vie di comunicazione alla pulizia della città.

La situazione a Bengasi, la città che ha dato inizio alla rivolta, resta invece molto critica e il bilancio dei morti continua ad aumentare Nel frattempo Gheddafi, che nel messaggio televisivo di ieri ha minacciato di sterminare i manifestanti, non ha nessuna intenzione di arrendersi nonostante sempre più numerosi siano le defezioni dei suoi collaboratori e del suo esercito. Oggi due aerei sono precipitati in mare dopo che i due piloti si sono rifiutati di bombardare Tripoli lanciandosi con i paracaduti; anche una nave militare della marina libica è fuggita a Malta rifiutando l'ordine di bombardare la città del mare.

BREAKING NEWS: Intanto l'emittente araba Al Arabiya diffonde  nuove immagini e parla addirittura di 10,000 morti e 50,000 feriti, una cifra ritenuta verosimile persino da fonti della Farnesina. Come scritto su twitter, citando un membro della Corte penale internazionale, la situazione sarebbe degenerata nelle ultime ore e le testimonianze parlano di vere e proprie fosse comuni.

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