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Emergenza immigrazione, a Lampedusa continuano gli sbarchi. Maroni torna in Tunisia

Mentre a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi, il ministro dell’Interno Maroni oggi è tornato in Tunisia per trovare un accordo con il governo tunisino che fermi le partenze dei migranti e che organizzi il rimpatrio di coloro che già sono arrivati in Italia.
A cura di Cristian Basile
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Maroni Tunisia

La tempesta dopo la quiete. A Lampedusa, non c'è stato il tempo di tornare alla normalità e sull'isola, dove in questi giorni avevano trovato rifugio migliaia di profughi, torna l'emergenza immigrazione. Infatti, dopo i trasferimenti di massa che ieri avevano quasi svuotato l'isola, sono ripresi gli sbarchi con la stessa intensità di qualche giorno addietro.

Stamattina due barconi che trasportavamo oltre 600 profughi provenienti dalla Libia, hanno raggiunto le coste di Lampedusa mentre un altro barcone, intercettato ieri sera mentre si trovava in avaria a circa 60 miglia dall'isola, è stato soccorso nella notte da una motovedetta della Guardia Costiera. Agli sbarchi di oggi si aggiungono quelli di ieri sera quando altri tre barconi, con a bordo più di 200 persone, hanno raggiunto l'isola.

Nel frattempo, dopo il viaggio di Maroni e Berlusconi ieri a Tunisi, il ministro dell'Interno oggi è tornato nel paese nordafricano per trovare un accordo con il governo provvisorio tunisino e fra fronte all'emergenza immigrazione. "Siamo qui per concludere l'accordo, l'obiettivo è questo: speriamo di fare una buona cosa" ha dichiarato il ministro Maroni, giunto a Tunisi per trovare un'intesa il governo tunisino che stabilisca un'azione comune per fermare le partenze dei migranti e per rimpatriare quelli già arrivati in Italia.

Maroni ha anche risposto a quanti avevano giudicato "fallimentare" la sua visita in Tunisia insieme al Presidente del Consiglio: "Non c'è stato alcuno stop. Abbiamo continuato a lavorare ieri pomeriggio e continueremo a lavorare oggi", ha sottolineato Maroni, che non ha precisato i contenuti dell'eventuale accordo con la Tunisia , anche se al momento, sembra che il nodo da sciogliere sia quello relativo alla somma di denaro da stanziare per rendere possibile un reinserimento nella vita sociale ed economica tunisina per chi sarà rimpatriato.

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