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L’Adolescente in un museo (privato) di Roma: l’opera di Michelangelo e i dubbi sulla sua storia

Per decenni gli studiosi si sono interrogati sulla vera storia nascosta dietro l’Adolescente: fu davvero Michelangelo a scolpirla, e in quale occasione? Un enigma irrisolto che ha reso l’opera una delle più celebri e suggestive del Rinascimento: anche per questo il suo ritorno in Italia è fra gli eventi più attesi dell’anno. Evento che viene ospitato, stranamente, in un museo privato della Capitale.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'Adolescente (o "Ragazzo accovacciato") fa parte della collezione dell'Ermitage di San Pietroburgo.
L'Adolescente (o "Ragazzo accovacciato") fa parte della collezione dell'Ermitage di San Pietroburgo.

L’Adolescente di Michelangelo giunge a Roma dall'Ermitage di San Pietroburgo, e vi rimarrà fino al 10 marzo 2019. Una scultura affascinante, ricca di pathos e molto particolare dal punto di vista tecnico, che torna in Italia per la seconda volta in oltre due secoli. Ma è anche un’opera estremamente controversa, e alcuni critici dubitano ancora della mano nascosta dietro la sua realizzazione: fu davvero Michelangelo a scolpire i contorni di quel corpo accovacciato, immortalandolo in una posa tanto inusuale per l’epoca quanto estremamente significativa?

Fu davvero Michelangelo? I dubbi degli studiosi

Si tratta di una scultura oscura, molto complessa dal punto di vista allegorico. L’idea nascosta dietro i marmi ancora grezzi, secondo alcuni, doveva suggerire la sofferenza di un’anima “non nata”, destinata al limbo infernale: l’incompletezza dell’opera, in questo senso, è come se la completasse conferendole una forza comunicativa straordinaria. Le molteplici suggestioni nascoste nei tratti non del tutto definiti della scultura sono state per moltissimo tempo dibattute dagli studiosi, anche a causa delle difficoltà di attribuzione dell’opera alla mano di Michelangelo.

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Per lunghi anni si è ritenuto che l’Adolescente facesse parte del grande progetto pensato dal maestro per la tomba di Giulio II a Roma: un progetto al quale Michelangelo lavorò, con estrema difficoltà, dal 1505 al 1516, e che non terminò mai. Oggi sappiamo quasi con certezza che la statua risale al 1524 e che dunque non è riconducibile al periodo romano di Michelangelo. Fu negli anni Venti del Novecento infatti che un’altra ipotesi, quella oggi più accreditata, si fece strada: quella che l’Adolescente facesse parte del più ampio progetto per la realizzazione della Sagrestia Nuova della basilica di San Lorenzo a Firenze, alla quale il maestro lavorò, per volere di papa Leone X, a partire dal 1523.

Il giovane doveva essere posto “a guardia” della tomba di Giuliano de’ Medici, ucciso durante la congiura dei Pazzi nel 1478. Lo spunto per questa idea è stato il ritrovamento di un disegno, oggi conservato al British Museum, in cui è ben visibile il primo progetto per la basilica di San Lorenzo firmato da Michelangelo che contiene lo schizzo di una figura che somiglia moltissimo al ragazzo accovacciato. Altri studiosi, fra cui Charles de Tolnay, hanno sostenuto che dietro alla grezza figura del ragazzo ci sia, in realtà, una mano molto meno esperta ma con un nome altrettanto importante: quella di Pierino da Vinci, nipote del grande Leonardo.

Il Rhinoceros: così un privato conquista la Russia

Al di là delle dispute sull'attribuzione dell’opera, che rimane in ogni caso un esempio affascinante e atipico di arte rinascimentale, questa esposizione è molto particolare anche per il luogo in cui si svolge. Sono trascorsi diciotto anni da quando, per la prima volta in assoluto, l’Adolescente arrivava in Italia: nel 2000 fu agli Uffizi di Firenze, nell’ambito di un’esposizione che tentava di ricostruire la genesi dell’opera in relazione all’altro grande progetto michelangiolesco, quello della Sagrestia Nuova di Firenze.

Questa volta, dopo diciotto anni, sarà un privato a raccontare la sua storia: Palazzo Rhinoceros, un grande spazio situato nei pressi del Foro Boario di proprietà della Fondazione Alda Fendi. Non più un grande museo dunque, bensì una realtà privata che, fra le altre cose, ha annunciato la stipula di un accordo duraturo con l’Ermitage per riportare in Italia altre opere di grandi maestri oggi conservate in Russia: nel 2019 toccherà a El Greco, mentre l’anno successivo a Picasso.

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