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La Russia si ribella ai brogli elettorali dello Zar Putin, per la prima volta migliaia in strada

150 mila cittadini della grande Russia sono scesi in piazza in tutte le città della nazione per protestare contro i brogli elettorali documentati durante la tornata elettorale dello scorso 4 dicembre, che hanno visto una vittoria a metà del presidente Putin.
A cura di Alessio Viscardi
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Manifestazion in Russia contro Putin

150 mila persone hanno manifestato in tutta la Russia contro i brogli elettorali denunciati dai partiti di opposizione a Vladimir Putin

Le elezioni in Russia si sono risolte con la vittoria del partito del presidente Vladimir Putin, ma stavolta il plebiscito di voti è stato inferiore alle aspettative – tanto da negargli la maggioranza assoluta in Parlamento. Non è la sola novità, per la prima volta migliaia di manifestanti sono scesi in piazza nelle maggiori città della nazione per contestare i presunti brogli elettorali registratisi durante le giornate di votazione. L'hanno chiamata rivoluzione bianca perché la neve è caduta copiosa su tutta la Russia, facendo crollare le temperature sotto lo zero ma senza scoraggiare migliaia di cittadini che sulla famosa piazza Rossa si sono radunati silenziosi.

La Russia si ribella ai brogli elettorali dello Zar Putin, per la prima volta migliaia in strada

Una manifestazione contro lo zar Putin, che da oltre un decennio regge con pugno di ferro il paese, piazzando suoi uomini nei gangli centrali della società: è il caso del presidente Medvedev: “Oggi in Russia è nata la società civile” gridano dagli altoparlanti. Si stima che 150 mila persone abbiano sfidato le temperature glaciali in tutto il paese, da Vladivostok a Novosibirsk, passando per Khabarovsk, Nizhnij Novgorod e Pietroburgo, ex-Stalingrado.

Le manifestazioni pacifiche sono sfociate in arresti di massa in alcune località, dove le forze dell'ordine in assetto anti-sommossa hanno disperso la folla senza scontri. Tra i manifestanti molti giovani, con qualche anziano che al grido “Putin dimettiti” chiedevano il riconteggio dei voti. Il partito Russia Unita del presidente è accusato di essere corrotto, di rubare soldi pubblici e di aver falsato l'esito elettorale.

Brogli documentati da fotocamere e cellulari, che si sono ripetuti nei seggi di tutta la Russia. Il dissenso contro Putin è stato per anni impensabile, il suo è un impero basato sullo stretto controllo di stampa e televisione. Sull'onda della primavera araba e delle manifestazioni nate dal web, però, anche nella glaciale Russia è calato il fuoco del risveglio delle coscienze.

Gli organizzatori hanno steso un manifesto in cinque punti, che richiede l'annullamento delle elezioni e l'apertura di un'inchiesta sui brogli elettorali. Inoltre, si chiedono le dimissioni di Vladimir Churov, capo della Commissione elettorale centrale, e la liberazione dei manifestanti che nei giorni scorsi avevano manifestato contro il governo. Infine, si pretende la registrazione legale dei partiti di opposizione. Una nuova manifestazione di piazza è prevista per il 24 dicembre.

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