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La proposta di Liberi e Uguali: “Parità di salario tra uomini e donne”

Sulla scia dell’Islanda, che ha da poco approvato una legge per la parità di salario tra uomini e donne, Liberi e Uguali propone di introdurre gli stessi stipendi per i lavoratori indipendentemente dal loro sesso anche in Italia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Negli scorsi giorni in Islanda la parità di salario tra uomini e donne è diventata legge. Un provvedimento a cui si stanno ispirando e stanno facendo riferimento anche alcuni movimenti politici italiani. Pronto a farne un punto centrale della sua campagna elettorale sembra essere Liberi e Uguali, la lista guidata dal presidente del Senato Pietro Grasso. “Colmiamo il gap gender”, propone LeU in un’infografica diffusa sui suoi profili social. L’obiettivo è quello di raggiungere la “parità di salario tra uomo e donna”.

La proposta di Liberi e Uguali parte dall’analisi dei dati riguardanti le differenze di salario attualmente esistenti tra uomini e donne. Per esempio, il riferimento per lo stipendio di un operaio di sesso maschile è 25.570 euro. Per le donne 22.650. Circa tremila euro di differenza anche per gli impiegati: 32.715 contro 29.300. Per i quadri, invece, la differenza è di 54.500 euro contro 52.100 per le donne. Infine, ancora maggiore è il divario nel caso di dirigenti: gli uomini guadagnano 102.850, le donne 91.675.

Il messaggio lanciato da LeU è stato ribadito anche da Grasso che al Tg1 ha sottolineato come la priorità del suo progetto politico è quello di “creare lavoro, soprattutto per i giovani”, specificando quali sono le questioni specifiche da affrontare con più urgenza: “Basta lavoretti, lavoro nero, lavoro precario e con la differenza di paga tra donne e uomini. I cittadini vogliono lavorare e devono poterlo fare senza paura per il futuro”.

In giornata il presidente del Senato aveva già affidato a Facebook un messaggio riguardante l’importanza della questione lavoro, una delle “urgenze da affrontare nel 2018”.

Per ridare dignità e stabilità al lavoro va superato il Jobs Act e aumentato il sistema di tutele, a partire dalla riduzione delle disparità tra uomini e donne. l'Islanda, per esempio, ha appena introdotto per legge la parità di salario. Per rilanciare l'economia dobbiamo incentivare gli investimenti di medio e lungo periodo delle imprese, favorirne la riconversione ecologica e fare in modo che lo Stato faccia la sua parte con un grande piano di messa in sicurezza del territorio, degli edifici scolastici, della rete idrica. Nel 2017 abbiamo testato l’urgenza di questi temi: nel 2018 è indispensabile rispondere concretamente. A chi mi chiede perché abbia scelto di impegnarmi in Liberi e Uguali rispondo che l’ho fatto per affrontare i grandi temi che, per colpa della crisi o per il manifestarsi degli effetti del cambiamento climatico, sono diventati più drammatici e urgenti. A cominciare dalle diseguaglianze. I bonus e gli sgravi non sono bastati: serve una riforma progressiva del sistema fiscale per finanziare una trasformazione complessiva del welfare, che si occupi di vecchie e nuove fragilità e risponda ai cambiamenti avvenuti nel mercato del lavoro. Un piccolo esempio: più asili nido e servizi per l'infanzia cambierebbero in meglio la vita di moltissime famiglie.

Dello stesso avviso anche Arturo Scotto, altro esponente di LeU: “A proposito di uguaglianza, questa è una battaglia da fare e da vincere. Per Liberi e Uguali e Pietro Grasso la parità di salario tra uomo e donna è una priorità assoluta perché rappresenta una delle sfide più importanti per il futuro del Paese”.

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