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La Montecristo è ancora nelle mani dei pirati somali

Ad ora sono senza esito i tentativi dell’armatore D’Alesio di mettersi in contatto con la Montecristo, la nave sequestrata ieri dai pirati somali. Intanto la Nato ha inviato sul luogo un’altra imbarcazione.
A cura di Susanna Picone
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La montecristo è ancora nelle mani dei pirati

Quando ancora non si hanno notizie della Savina Caylyn scomparsa ormai sette mesi fa, è di ieri la notizia dell’ennesimo arrembaggio ai danni di una nave italiana da parte dei pirati somali e, ad oggi nonostante i numerosi tentativi durante la notte, ancora non è avvenuto alcun contatto tra l’armatore e i sequestrati.

La “Montecristo”, una nave di proprietà del gruppo D’Alesio di Livorno, costruita dai cantieri sudcoreani Hyundai e in servizio appena da giugno, ha lanciato il suo allarme tramite il comandante, il veneziano Diego Scussat e da quel momento in poi si è interrotta qualsiasi comunicazione che ha tristemente indotto a credere nell’ennesimo attacco dei pirati somali. Un attacco avvenuto alle 6.40 di lunedì mattina a circa 620 miglia a est dalle coste della Somalia dopo che la nave era stata scortata da una imbarcazione da guerra della Marina giapponese dati gli accordi internazionali di sorveglianza nel golfo di Aden infestato, appunto, dai pirati e quindi zona altamente rischiosa. Quando la scorta si è allontanata i cinque i pirati avrebbero assalito, riducendo così i rischi dell’arrembaggio, la Montecristo grazie ad una nave madre utilizzata per trasportare i barchini.

La Montecristo era partita lo scorso 20 settembre da Liverpool ed era diretta nel porto di Phu My in Vietnam, a bordo ci sono 23 persone di equipaggio: sei ucraini, dieci indiani e sette italiani tra cui il comandante Scussat, due ufficiali e quattro addetti alla sicurezza.

La prima preoccupazione dell’armatore Nello D’Alesio, dopo che le comunicazioni sono state interrotte, è stata chiaramente quella di portare in salvo i membri dell’equipaggio. Un equipaggio tra l’altro “addestrato”, secondo l’armatore, a situazioni del genere essendo nota la pericolosità delle rotte che la Montecristo doveva affrontare, con dei corsi che però si sperava sempre non dovessero mai mettere in pratica. Si spera intanto, e non lo si esclude, che l’equipaggio sia riuscito a mettersi al riparo dopo aver lanciato l’allarme all’interno della zona blindata della nave dove potrebbero resistere a lungo.

Una nave da guerra della Nato verso la Montecristo

Oggi intanto è stata firmata la convenzione che permetterà ai militari e al personale di società private di sicurezza di salire, armati, a bordo delle navi mercantili italiane. Una convenzione che lascia però diffidente la Marina Militare che resta dell’idea che la lotta alla pirateria debba essere affidata esclusivamente alle Marine militari. Il problema sta infatti proprio nell’ammissione delle armi visto che già adesso, sulle navi, sono presenti guardie di sicurezza private che però, come quelli della Montecristo, hanno esclusivamente il compito di osservatori e si limitano ad intervenire in situazioni di emergenza.

Intanto è stata inviata una nave da guerra della Nato verso la Montecristo accompagnata da due fregate Usa, una portoghese e una nave britannica. Le possibilità che venga tentato un blitz sono remote visto che il Governo italiano ha sempre evitato il ricorso alla forza per tutelare la vita dell’equipaggio. Bisogna, quindi, aspettare.

Secondo i dati del Maritime Security Review sono trenta le navi di varie nazionalità attualmente in ostaggio dei pirati.

UPDATE

15.20 La nave è stata liberata grazie ad un blitz delle forze speciali inglesi concordato tra il Ministro della Difesa Ignazio La Russa e il suo collega britannico Liam Fox: i pirati si sono arresi.

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