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La filosofia della Lorenzin: i “buoni” sono ariani, i “cattivi” sono neri

La nuova campagna del Fertility Day non sembra migliore della precedente: tra bianchi belli e sani e neri cattivi e drogati, più che a un manifesto per la salvaguardia della fertilità somiglia a uno per la difesa della razza.
A cura di Claudia Torrisi
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Dopo le polemiche che avevano accompagnato la prima fallimentare campagna sul Fertility Day –  l'iniziativa organizzata dal Ministero della Salute prevista per il 22 settembre per "scoprire il ‘Prestigio della Maternità'" – Beatrice Lorenzin aveva annunciato che avrebbe "rimodulato" le immagini della campagna che erano state giudicate offensive dalle donne, perché "a noi non interessa offendere, interessa però provocare una riflessione". Oggi, a un giorno di distanza dalla data fissata per la "Giornata della fertilità", il ministero ha pubblicato un nuovo opuscolo, intitolato "Stili di vita corretti. Per la prevenzione della sterilità e dell'infertilità". All'interno ci sono consigli e un elenco delle cose da evitare se si vuole preservare la propria capacità di fare figli.

Nonostante le intenzioni del ministro di rimediare all'impressionante errore di comunicazione di venti giorni fa – che aveva provocato l'indignazione di schiere di donne, dipinte come un esercito di forni con il compito di Procreare Per La Patria – la nuova idea non sembra già un grandissimo successo. Al di là del contenuto dell'opuscolo, quello che salta all'occhio è l'immagine scelta per la copertina, che più che a un manifesto per la salvaguardia della fertilità somiglia a uno per la difesa della razza.

Nella foto si contrappongono due immagini. In alto ci sono "Le buone abitudini da promuovere": un gruppo di quattro ragazzi – due maschi e due femmine – ariani, ordinatissimi, ritratti in spiaggia. Le donne hanno i capelli raccolti e sono castamente adagiate sulle schiene dei loro – rispettivi, non sia mai – compagni. Gli uomini non hanno un pelo fuori posto, barba e capelli tagliati di fresco e indossano una seria polo, casual ma non troppo, per preservare la propria feritilità.

Immediatamente sotto ci sono "I cattivi ‘compagni' da abbandonare". Lasciando stare il fatto che non si capisce se virgolettare "compagni" abbia un qualche ulteriore senso non troppo immediato, ad avere un contenuto vagamente reazionario è la foto che accompagna questra scritta. Al posto dei ragazzi di prima, ce ne sono altri quattro, seduti disordinatamente su un divano – e fa male alla fertilità – intenti a fumare marijuana da un bong in una chiara situazione di promiscuità sessuale e razziale: c'è una sola ragazza – la cui propensione per il fumo e le attività peccaminose si sarebbe già potuta desumere dallo stile trasandato e aggressivo anni '90 – e tra gli altri c'è un ragazzo con la carnagione scura e uno – quello che tiene il bong – con i capelli afro. La quarta persona è assopita in un angolo – ma per lo meno è bianca.

Del resto, Lorenzin l'aveva detto: "La campagna non è piaciuta? Ne facciamo una nuova. #fertilityday è più di due cartoline". Ecco, forse era meglio che restassero due.

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