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Il terremoto infinito dell’Emilia: per gli sfollati è ancora notte

Dopo la forte scossa di ieri mattina percepita in tutto il Nord Italia, l’Emilia continua a tremare: altre 60 scosse, l’ultima alle 8 di stamane. Il bilancio è drammatico: 16 morti, 350 feriti e, sopratutto, 8mila sfollati che vanno ad aggiungersi ai 6mila del terremoto del 20 maggio.
A cura di Biagio Chiariello
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Il terremoto infinito dell'Emilia per gli sfollati e ancora notte

E' di 16 morti, un disperso e circa 350 feriti il bilancio del terremoto che ieri ha colpito nuovamente l'Emilia Romagna, con epicentro nel Modenese. Nel tardo pomeriggio di ieri, una signora è stata estratta viva dalle macerie della sua abitazione a Cavezzo. E' questo, forse, l'unico sprazzo di luce di una giornata infinita in cui la terra non ha mai smesso di tremare. 50 i terremoti che si sono susseguiti da mezzanotte alle 6,30 di stamane in Emilia con magnitudo mai superiore ai 3.4 gradi. Alle 8, poi, una scossa di magnitudo 3.8 ha fatto di nuovo trasalire gli animi già assai turbati degli abitanti di San Felice sul Panaro, Mirandola e Cavezzo (comuni più vicini all'epicentro) la cui mente sarà andata a ieri mattina, a quella scossa di magnitudo 5.8 durata venti secondi e avvertita distintamente anche a Torino, Milano, Venezia, Firenze e persino in Austria e Slovenia. E secondo il presidente dell'Ingv, Stefano Gresta potrebbe non essere ancora finita, dal momento che la sequenza delle repliche «sarà lunga e non si può escludere che possano avvenire altri forti terremoti».

DAI CAPANNONI ALLE CHIESE – Le scosse hanno abbattuto i capannoni industriali. Alla Haemotronic di Medolla, dove la conta delle vittime è ancora provvisoria. Sotto le macerie è morto Paolo Siclari, due operai sono ancora da identificare, mentre si cerca l'ultimo disperso. Alla Meta di San Felice (RE), il crollo del tetto ha ucciso tre lavoratori, due operai stranieri e un ingegnere italiano chiamato a fare la conta dei danni. Poi a Mirandola, in provincia di Modena, dove tre persone sono morte per il crollo della Bbg, e una quarta è morta sotto le macerie dell'Aries Biomedicale. Gravissimi sono poi i danni al patrimonio artistico e culturale. Sono caduti duomi, rocche, torri e, soprattutto, chiese che stoicamente avevano resistito alle già forti scosse del 20 maggio scorso. Dalla Rocca Estense, passando per la torre dei modenesi e Villa di Ronchi a Crevalcore, fino alla chiesa di Rovereto sul Secchia, dove è morto anche il parroco, secoli di storia sono stati spazzati via in pochi attimi.

 "TUTTO SARA' RICOSTRUITO" – Ma oltre alla disperazione per chi sotto le macerie ci ha lasciato parenti ed amici, c'è lo scoraggiamento per chi con la caduta dei capannoni ha perso il lavoro. Nella zona del sisma c'è ogni tipo di azienda, dal settore alimentare a quello biomedico. O almeno, c'era ogni tipo di azienda. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha provato a rasserenare: «Tutto sarà ricostruito e la nostra Regione non sarà lasciata sola». Una stima dei danni ancora non è stata fatta, ma se ci si vuole attenere ai numeri della Coldiretti, concernenti il settore alimentare, bisogna mettere in conto già mezzo miliardo di euro. Certo, però, questo non è il momento di pensare ai danni economici. Bisogna prima pensare alle persone. Innanzitutto a coloro che una casa non ce l'hanno più.

LA SITUAZIONE DEGLI SFOLLATI E IL 2 GIUGNO – Il numero degli sfollati ammonta ad 8 mila persone, che vanno ad aggiungersi ai 6 mila del terremoto di dieci giorni. La situazione è complicata. Tanto per fare un esempio, a Concordia c'è da dare un rifugio ai 9.000 abitanti del comune. Lo stesso dicasi per San Possidonio, dove abitano 3.500 persone. Anche per loro, oggi, il Consiglio dei Ministri varerà altri decreti per far fronte «a questo nuovo sisma che azzera tutto il lavoro fatto in questa settimana», come ha detto ieri il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Ci saranno, probabilmente, misure per lo slittamento di tutte le tasse da parte di cittadini e imprese, finanziamenti per facilitare gli investimenti nei Comuni coinvolti dal terremoto, lo stop a mutui da pagare e sfratti. «Invito tutti i cittadini ad avere fiducia. L’impegno dello Stato sarà garantito perché tutto avvenga nel modo migliore ed efficace», ha fatto sapere il premier Mario Monti. «Sono convinto che supereremo presto questo momento», gli ha fatto eco il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha poi ricordato che la parata del 2 giugno si farà ma «sobriamente», dopo che per tutta la giornata sui social network era partito il tam tam per annullare la sfilata delle forze armate e adoperare i fondi ad essa destinati proprio per gli sfollati del terremoto.

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