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Il giallo di Melania Rea: Salvatore Parolisi voleva depistare le indagini grazie ad un fax?

Il caporal maggiore Salvatore Parolisi è in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie. Secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, nei giorni della scomparsa di Melania Rea, l’uomo avrebbe tentato di depistare le indagini portando all’attenzione degli inquirenti un fax misterioso.
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omicidio melania rea

Oramai è certo: dai risultati dell'autopsia del medico legale Antonio Tagliabracci risulta chiaro che chi ha colpito Melania Rea cagionandole la morte ha poi tentato di mettere in atto un tentativo di depistaggio. Un'azione ragionata e posta in essere quasi sicuramente a poche ore dal ritrovamento del corpo. Ciò vuol dire che il killer di Melania, o chi per lui, si è recato sul luogo del delitto una seconda volta per cercare di  depistare quelle che sarebbero state le successive indagini sul caso.

LE FERITE POST MORTEM Una goffa messainscena per la quale il responsabile dell'omicidio della giovane di Somma Vesuviana, che la pubblica accusa individua in Salvatore Parolisi, adesso dovrà rispondere del reato di vilipendio di cadavere. Il corpo senza vita della povera donna ha dovuto subire, oltre alle ferite da arma da taglio e da punta, i tagli di un oggetto assimilabile ad un punteruolo.  Sull'addome Melania ha riportato un disegno simile ad una croce di S. Andrea, sulla coscia sinistra una svastica (si ricorderà che il corpo è stato ritrovato nell'anniversario della nascita di Hitler) e, infine, un segno a mo' di grata sulla coscia destra. Infine, sul petto della giovane napoletana era conficcata una siringa usata.

Il luogo in cui è stato scoperto il cadavere di Melania, il boschetto di Ripe, si trova in una zona quasi adiacente ad un ritrovo per tossicodipendenti. Un luogo che Salvatore Parolisi, come si è detto altre volte, conosceva bene sia perché veniva utilizzato spesso per le esercitazioni militari sia  secondo quanto diconoalcune testimonianze. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa martedì, infatti, si legge che un testimone racconta di aver visto in quella zona più volte un militare, che sembrerebbe essere Parolisi (viene descritto come un uomo sulla trentina, con tuta mimetica, a bordo di una Scénic nera), mentre parlava al telefono. Strano anche l'atteggiamento di Parolisi nei giorni della scomparsa di Melania: abbiamo più volte sottolineato che il caporal maggiore  non ha preso parte alle ricerche della moglie. In quei giorni di ansia e apprensione per le sorti di Melania, Salvatore Parolisi ha preferito restare in caserma, evitando qualsivoglia contatto con la famiglia Rea. E' descritto come un uomo disinteressato, preoccupato soltanto che la sua storia con l'amante, documentata dai messaggi su Fb, non venisse a galla.

IL FAX "MISTERIOSO"  Ecco, infine, quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in merito a un fax ritrovato nella casa di Folignano e che Parolisi reputa interessante ai fini dell'indagine:

il 20.4 nella mattinata (quando ancora erano in corso le ricerche della moglie) Parolisi Salvatore telefonava al Cap. CC D’Ortona comunicando di aver rinvenuto a casa la ricevuta di un fax datata 12 aprile inviato dalla moglie e di cui nulla sapeva, segnalandolo come possibile elemento di interesse; dagli accertamenti successivamente svolti si verificava che l’utenza destinataria del fax era un autoscuola di Somma Vesuviana a cui Rea Carmela aveva inviato documentazione circa la propria patente; in realtà si trattava di una segnalazione consapevolmente fallace in quanto la mattina stessa del 20 e prima di avvertire i Carabinieri circa il fax in questione, egli si era collegato a internet sul proprio PC alle ore 7.24 e aveva fatto proprio una ricerca su Google sulle scuole Guida di Somma Vesuviana e di questa sua ricerca né del verosimile esito della stessa – con riscontro del numero di telefono indicato sul fax come quello della Scuola Guida – nulla aveva detto ai Carabinieri.

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