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Elezioni politiche 2018

Il flop dei ministri M5s nei collegi uninominali: quasi tutti sconfitti, eletti solo in tre

Mezzo flop per i futuri (eventuali) ministri del MoVimento 5 Stelle: tra quelli candidati nei collegi uninominali solo in tre vengono eletti (Fioramonti, Del Re e Coltorti). C’è poi il caso dei candidati sospesi ma che sono stati comunque eletti: sono almeno quattro coloro che si iscriveranno subito al gruppo misto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nel giorno del trionfo elettorale del MoVimento 5 Stelle alcuni candidati pentastellati hanno invece avuto meno gloria nelle sfide nei loro collegi uninominali. Molta attenzione era rivolta ai candidati ministri proposti nei giorni precedenti al voto da Luigi Di Maio e agli ex parlamentari sospesi dal M5s, che erano comunque in corsa nei collegi uninominali. Così alcuni dei futuri ministri proposti dal MoVimento (ma che difficilmente lo diverranno per davvero) saranno fuori dal Parlamento. E altri parlamentari che invece sono stati eletti con il MoVimento passeranno subito al gruppo misto.

Le sfide dei futuri ministri del M5s

Partendo dal Nord Italia, il M5s ha schierato alcuni dei suoi futuri ministri nei collegi uninominali. Uno di questi è il campione olimpionico di nuoto Domenico Fioravanti, candidato alla Camera nel collegio Torino 2: è stato sconfitto dal candidato del centrodestra Roberto Rosso, con il 36,5% dei voti contro il 29,1% di Fioravanti. Sconfitta anche per Alberto Bonisoli, eventuale ministro dei Beni culturali, battuto nettamente a Milano: solo terzo con il 13,8% dei voti nel collegio vinto da Bruno Tabacci per il centrosinistra con il 41,2% dei consensi.

Sconfitta netta anche per Alfonso Bonafede, eventuale ministro della Giustizia, battuto in Toscana da Gabriele Toccafondi (centrosinistra) raccogliendo solo il 19%. Male anche la ministra dell’Interno del M5s Paola Giannetakis, con il 25% solamente terza nel collegio di Perugia vinto da Emanuele Prisco del centrodestra. Perde anche Riccardo Fraccaro, eventuale ministro per i Rapporti con il Parlamento: anche lui è solamente terzo con il 23% nel collegio vinto da Maurizio Fugatti del centrodestra.

Poche soddisfazioni per i futuri ministri: gli eletti saranno solamente tre, due nel Lazio e uno nelle Marche. Lorenzo Fioramonti, eventuale ministro allo Sviluppo economico, ha vinto nel suo collegio di Roma Torre Angela con il 36,6% dei voti, nettamente davanti a Barbara Minnucci e Matteo Orfini. Vince, di misura, anche Emanuela Del Re, futura ministra degli Esteri in caso di governo M5s, con il 34% dei voti contro il 33% di Pasquale Calzetta del centrodestra. Unico seggio al Senato per un futuro ministro M5s va a Mauro Coltorti, vincitore del suo collegio ad Ancona: eletto con il 33,07% dei consensi contro il 32,97% del candidato del centrodestra Giuliano Pazzaglini.

I candidati sospesi dal M5s

Tra il giorno della presentazione delle liste e il voto del 4 marzo il MoVimento 5 Stelle è stato colpito dal caso rimborsopoli e da alcuni candidati sospesi per aver omesso alcune informazioni sul loro conto. Primo caso è quello di Andrea Cecconi, il deputato uscente marchigiano candidato nel collegio di Pesaro e rieletto con il 35% dei voti, sconfiggendo anche il ministro dell’Interno Marco Minniti. Cecconi era tra i parlamentari sospesi dal MoVimento per il caso rimborsopoli.

Eletti anche tre parlamentari sospesi dal MoVimento: si tratta del presidente del Potenza Salvatore Caiata e di Antonio Tasso (sospesi per i loro guai giudiziari) e anche il ‘massone’ Catello Vitiello. Caiata è stato eletto a Potenza con il 42% dei voti, Vitiello a Castellammare di Stabia con il 46,6% e Tasso con il 43,8%. Tutti e tre, così come Cecconi, dovrebbero passare appena eletti al gruppo misto. E alcuni di loro, come Vitiello, hanno già annunciato che non si dimetteranno come chiede il MoVimento.

Vittoriosi altri due candidati coinvolti in rimborsopoli ma per il cui il M5s aveva previsto solo un richiamo: si tratta di Federica Dieni, eletta a Reggio Calabria, e di Emanuele Scagliusi, vittorioso a Monopoli. Sconfitto invece Emanuele Cozzolino, candidato a Rovigo, in Veneto. Anche la parlamentare uscente Giulia Sarti è stata coinvolta nella vicenda rimbosopoli: la Sarti si deve accontentare di un secondo posto sul podio, con il 32,47% dei voti, surclassata dall'assessore nel comune di Riccione Elena Raffaelli, nel collegio uninominale alla Camera di Rimini. È andata meglio a Barbara Lezzi, che per le mancate restituzioni aveva ricevuto solo un richiamo. La grillina, che correva per il Senato, ha stracciato D'Alema nel suo collegio di Nardò in Puglia, raccogliendo il 39,84% dei consensi.

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