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Guerra in Libia: bombardato il bunker di Gheddafi

Nelle scorse ore le forze alleate hanno bombardato Bab al Aziziya, il bunker di Gheddafi. Intanto stanno circolando voci sulla morte di suo figlio Khamis.
A cura di Alfonso Biondi
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Scontri in Libia

Continua in Libia "l'operazione Odissea all'alba" portata avanti dalle forze alleate contro il colonnello Gheddafi. Dalla terra libica, ora dopo ora, stanno giungendo sempre nuove notizie che danno il regime in seria difficoltà.  Da alcune fonti si apprende che nelle scorse ore c'è stato un bombardamento a Bab al Aziziya, il bunker di Mu'ammar Gheddafi. L'obiettivo è stato preso di mira dalle forze alleate perché ritenuto strategico: da Bab al Aziziya, infatti, partirebbero le direttive militari del regime. Sul posto sono stati portati anche alcuni giornalisti.

Intanto in terra libica stanno circolando insistentemente voci sulla morte di Khamis, figlio di Gheddafi. Come riporta infatti il sito dell'opposizione libica "Al-Manara", il figlio del dittatore sarebbe morto ieri a Tripoli a causa delle gravi ferite riportate dopo il bombardamento avvenuto nei pressi della caserma di Bab al Aziziya. Ad aprire il fuoco contro Khamis Gheddafi sarebbe stato un pilota del regime passato con l'opposizione libica. La notizia non ha avuto ancora riscontri ufficiali, ma ha già fatto il giro del mondo. Arriva poi il primo bilancio ufficioso degli scontri tra il regime e i ribelli: si parla di oltre 8000 persone che hanno perso la vita solamente tra le file dei ribelli. A riportare questo dato è stato Hafiz Ghoga, il portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi.

La situazione rimane molto tesa. A Gheddafi infatti non è andata giù la mobilitazione delle forze alleate in terra libica e, nelle scorse ore, s'era detto pronto a reagire con ogni mezzo.  Il colonnello, in particolare, aveva avuto parole durissime per l'Italia e tutte le potenze dell'occidente: le minacce riguardano future ritorsioni contro l'Italia e bombardamenti da parte della Libia nel Mediterraneo.

La nostra penisola, ovviamente, rappresenterebbe l'obiettivo più vicino per la Libia. A tal proposito il Ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato che "non dobbiamo farci intimidire dalle minacce di Gheddafi. L'Italia non è stato l'unico paese nè il primo minacciato dal leader libico, ma il colonnello dice tante cose e aveva anche annunciato un cessate il fuoco". E in Libia la guerra continua.

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