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Graziano Delrio (Pd) apre a M5s: “Pronti a discutere su salario minimo e conflitto d’interessi”

Il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, ha commentato in un’intervista con La Stampa alcune proposte dei Cinque Stelle, confermando che sarebbe possibile per il suo partito raggiungere un’intesa su salario minimo e conflitto di interessi. Per il M5S la Lega resta comunque il primo interlocutore.
A cura di Annalisa Girardi
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In foto: Graziano Delrio (Pd).
In foto: Graziano Delrio (Pd).

Il capogruppo alla Camera del Partito Democratico Graziano Delrio, intervistato da La Stampa, apre al Movimento Cinque Stelle, definendo possibile una discussione su salario minimo e conflitto di interessi. "Sul salario minimo siamo d’accordo, lo abbiamo proposto per primi: certo andrebbe discusso come realizzarlo. Per noi va fatto in accordo con i sindacati. Sul taglio degli stipendi diciamo che serve loro per recuperare qualche punto nei sondaggi: se accettassero di discuterne seriamente si potrebbe trovare un’intesa", ha dichiarato Delrio. "Conflitto d’interessi? Assolutamente sì, ma deve riguardare tutti, anche la trasparenza di piattaforme informatiche e la manipolazione dei dati", ha poi precisato l'ex ministro dei Trasporti.

La proposta dai Cinque Stelle sull'acqua pubblica invece non trova il sostegno del Pd: "Sull’acqua pubblica la nostra posizione è chiara: le tariffe vengano decise dai sindaci e la gestione sia controllata e monitorata dal pubblico, senza statalizzare ogni cosa. La loro proposta non va bene, non stimola gli investimenti", ha affermato Delrio. Per quanto riguarda invece la sanità, che secondo Luigi Di Maio andrebbe "liberata dalla politica", il capogruppo dem si è limitato a sostenere che basterebbe "applicare le norme che ci sono", puntualizzando poi che non vi sono leggi che consentono ai partiti di metter mano alle nomine.

Quindi l'attacco alla Lega sul tema delle province. Secondo Delrio "sulle province si vede che Salvini ha bisogno di qualche poltrona in più e la sua è solo una manovra elettorale", per cui "fanno bene i Cinque Stelle a dire no all'elezione diretta".  L'ex ministro ha poi fatto riferimento alla possibilità che il governo cada prima di esprimersi sulla manovra di bilancio. Alla domanda de La Stampa, se il Pd voterebbe la manovra nel caso in cui "il Colle chiedesse un atto di responsabilità con un premier tecnico", Delrio ha affermato che prima di ogni cosa deve venire il bene del Paese. "Ma per noi resta prioritario che, a fronte del fallimento del governo, ci sia il responso delle urne".

Per Di Maio è "occasione per redimersi"

Riguardo all'apertura dei democratici, Di Maio ha sottolineato che il primo interlocutore sia comunque l'alleato di governo. "Poi se il Pd vuole votare quelle proposte avrà l'occasione di redimersi da quanto non ha fatto in questi anni", ha concluso il vicepremier in una conferenza stampa tenutasi nell'ambasciata italiana di Varsavia. Di Maio rivede però la sua posizione poco dopo, in un post su Facebook in cui rifiuta la mano tesa del Pd scrivendo "Oggi leggo un’intervista del capogruppo Pd Graziano Delrio in cui si dice pronto a discutere con il MoVimento 5 Stelle sulle nostre proposte sul conflitto di interessi e il salario minimo. La risposta è semplice: no, grazie. Non solo, è curioso che proprio oggi il Pd si svegli dopo che ha avuto 20 anni per concretizzare queste due proposte. Ed è ancora più curioso che sul taglio degli stipendi dei parlamentari, un’altra proposta del MoVimento, se ne stia in silenzio. Anzi, questo nuovo pseudo-Pd ha fatto persino il contrario, proponendo una legge per alzarli gli stipendi dei parlamentari, che è ridicolo!".  In conclusione, il vicepremier rinnova l'appello "agli amici della Lega con cui condividiamo un contratto di governo".

Le risposte dei democratici

Non si sono fatte attendere le risposte dal Pd. "Di Maio vuole dialogare con il PD se il PD “si redime”. Ma su cosa vuole dialogare il capo di un partito assistenzialista, giustizialista, incompetente che ha portato l’Italia in recessione?", ha scritto Maria Elena Boschi su Twitter, accompagnando il post dall'hashtag #senzadime.

Sempre su Twitter, l'ex ministro per lo Sport Luca Lotti commenta così le parole del vicepremier: "Se devo redimermi io vado in chiesa non faccio accordi con Di Maio. Non si prendono certo lezioni da lui! Invito il vicepremier a non occuparsi del Pd e a preoccuparsi dei danni che il suo Governo sta provocando al Paese".

Infine, è arrivata anche la controreplica proprio da Graziano Delrio, per cui, se ci fosse qualcuno che dovesse chiedere scusa per i danni causati al Paese, questo sarebbe proprio Di Maio. "Il governo ha messo in ginocchio l'Italia e non ha una strategia per rimediare. Noi tifiamo per l'Italia e vogliamo che i problemi si risolvano. Per questo abbiamo sempre dialogato in Parlamento. Ma con un governo che continua sulla strada della incompetenza e dell’arroganza la strada è chiusa", ha concluso il capogruppo dem.

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