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Giappone, nucleare: latte e spinaci radioattivi, Fukushima potrebbe esplodere ancora

Prodotti nella prefettura di Ibaraki, latte e spinaci presentano livelli di radioattività superiori ai limiti previsti dalla legge. Il terremoto in Giappone continua a spaventare il mondo con lo spettro nucleare di Fukushima.
A cura di Alessio Viscardi
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Livelli di radioattività superiori a quelli massimi imposti per legge sono stati rilevati dai tecnici che monitorano la situazione in alcuni cibi coltivati e prodotti nelle campagne attorno alla centrale nucleare di Fukushima. Si tratta di spinaci coltivati nella prefettura di Ibaraki e del latte prodotto da alcuni allevamenti di mucche della zona. Il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, lo ha confermato durante una conferenza stampa. Il governo sta tracciando gli spostamenti dei prodotti in questione per ritirarli dal commercio, mentre si fanno i conti con i danni del devastante terremoto del 9° sulla scala Richter e dello Tsunami con onde alte più di 23 metri.

Oggi è in corso un nuovo tentativo di raffreddamento del reattore numero 3 di Fukushima, il più pericoloso perché contiene plutonio – uno dei materiali radioattivi più nocivi per la vita animale, utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari. Per sette ore alcuni cannoni ad acqua saranno diretti all'interno delle gabbie di contenimento del nocciolo radioattivo del reattore danneggiato. I pompieri che pilotano i cannoni non rimarranno nelle vicinanze della centrale, per gli elevati livelli di radiazione. Le operazioni saranno condotte in automatico dai cannoni robotizzati. È previsto il lancio di 1.260 tonnellate di liquido.

Nel frattempo, si cerca di ripristinare il rimpianto elettrico per far ripartire il sistema di raffreddamento dei reattori. Si teme, però, che possa verificarsi qualche cortocircuito che potrebbe innescare nuove violente esplosioni. In tal caso, le gabbie di contenimento potrebbero cedere e i nuclei radioattivi dei reattori potrebbero venire a contatto con l'atmosfera, contaminando una superficie impossibile da calcolare con una nube tossica.

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