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G8, nasce il partenariato di Deauville: i grandi della terra decidono di sostenere la primavera araba

Nel corso del G8 di Deauville, i paesi industrializzati hanno deciso di sovvenzionare la cosiddetta “primavera araba”. L’accordo va sotto il nome di “partenariato di Deauville”.
A cura di Alfonso Biondi
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Primo ministro francese

Dopo il siparietto di ieri nel quale Berlusconi accusava i giudici di sinistra in un tete a tete con Obama, oggi si parla d'altro. Nel corso del G8 che si sta tenendo in Francia, gli 8 paesi più industrializzati del mondo hanno deciso di sostenere economicamente la cosiddetta "primavera araba": si tratterà in pratica di un notevole stanziamento economico a favore dei paesi arabi e nordafricani "il cui desiderio- come riferito dal premier francese Sarkozy- è di liberarsi di capi di Stato non democratici". L'accordo prende il nome di "partenariato di Deauville", dalla città in cui si sta tenendo il vertice mondiale. I rappresentanti degli 8 paesi più industrializzati hanno quindi deciso di stanziare un ulteriore fondo al Mena (l'acronimo del Fmi per Middle East North Africa), un fondo che sarà gestito dalla Bers (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) che amplierà così il suo raggio d'azione dall'Europa dell'Est ai paesi arabi e nordafricani. Per il fondo si parla di una cifra vicina ai 20 miliardi di dollari.

In attesa dell'ufficialità della decisione, la Bers s'è già detta pronta a mettere sul piatto 3,5 miliardi di dollari; gli Stati Uniti, invece, hanno annunciato che ridurranno il debito egiziano di un miliardo, che offriranno garanzie per un miliardo di dollari affinché risulti più facile il ritorno sui mercati del paese e che garantiranno 2 miliardi di dollari per partnership pubblico-private; la Gran Bretagna, infine, stanzierà 100 milioni di sterline per favorire la transizione democratica nei paesi in questione.

I grandi della terra guardano quindi con favore alla "primavera araba". Ma il loro intervento, come vi è visto in Libia, non può fermarsi al solo stanziamento economico. Proprio a proposito della Libia Nicolas Sarkozy e Barack Obama hanno dichiarato in una conferenza stampa congiunta che "dobbiamo proteggere i civili, Gheddafi deve andarsene; siamo d'accordo, la Libia deve diventare un Paese democratico". Per quanto riguarda invece la Siria, che ha già ricevuto delle sanzioni dall'Unione Europea, si legge nel comunicato  di fine vertice che è stato anticipato dalla Reuters che il Consiglio di Sicurezza Onu prenderà "future misure" contro Damasco nel caso la situazione non cambi. La posizione più morbida nei confronti della Siria tiene quindi conto dalla posizione meno interventista della Russia, una posizione che, di fatto, ha causato uno stallo decisionale.

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