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Foggia, genitore manda all’ospedale il vicepreside del figlio: lo aveva rimproverato a scuola

Lʼuomo si sarebbe presentato prima dell’inizio delle lezioni, alla scuola secondaria di I grado “L. Murialdo”, per scagliarsi contro il professore, colpendolo ripetutamente allʼaddome e al volto. Lʼistituto: “Il giorno prima il docente aveva rimproverato lʼalunno perché spingeva le compagne”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il figlio viene rimproverato a scuola. Il padre si “vendica”. Un copione già visto che si ripete ancora una volta in una scuola del Sud Italia. Precisamente a Foggia, dove il professore della scuola secondaria di I grado “L. Murialdo”, che è anche vicepreside, è stato colpito sabato scorso alla testa e all’addome da pugni del genitore di un alunno che il giorno prima era stato rimproverato. La notizia, diffusa dai giornali locali, è stata confermata oggi 12 febbraio con ulteriori particolari su quanto avvenuto. Secondo la ricostruzione fornita in una nota dell’istituto, l'uomo si sarebbe presentato a scuola all'inizio delle lezioni, senza aver chiesto un colloquio o chiarimenti, si sarebbe scagliato contro il docente, Pasquale Diana. La polizia sta indagando per ricostruire l'accaduto.

“Non è stato richiesto alcun colloquio, né c'è stata possibilità di dialogo con il genitore, il quale, – viene spiegato in una nota della comunità scolastica – senza chiedere spiegazioni di sorta, come riportato nelle numerose testimonianze depositate in Questura, si è avventato sul professore”. “A nulla è valso – si legge ancora nel comunicato – l'intervento dei collaboratori scolastici e dei docenti presenti, che, data la rapidità con cui si è mosso il genitore, non sono riusciti ad evitare l'aggressione”. “Il professore – si sottolinea ancora – non ha reagito in alcun modo ai numerosi e violenti colpi che gli venivano inferti alla testa e all'addome, fino a quando i presenti non sono riusciti ad allontanare l'aggressore. Sul posto sono accorsi la Polizia e gli operatori del 118”.

Nella nota viene poi fatto presente che il giorno precedente il vicepreside, nelle sue funzioni di vigilanza e sorveglianza degli alunni all'uscita di scuola, “aveva rimproverato l'alunno perché spingeva e rischiava di far cadere le compagne in fila davanti a lui. Per tutelare l'incolumità degli altri ragazzi, l'alunno – viene spiegato nella nota firmata dalla comunità dell'istituto scolastico – è stato preso per il braccio e allontanato dalla fila. Da qui la rabbia del genitore che, ascoltando soltanto la versione del proprio figlio, senza chiedere chiarimenti di alcun genere, si è scagliato contro il professore”. “Siamo tutti sotto shock e spaventati – ha detto Ida La Salandra, dirigente dell’istuto Murialdo – se ci affidano i loro figli è perché devono avere fiducia in noi”.

Quello avvenuto a Foggia è l'ennesimo episodio di questo tipo nel giro di pochissimo tempo in una scuola del Meridione. Un mese in un istituto di Avola, nel Siracusano, madre e padre di uno studente hanno mandato all’ospedale, con una costola rotta, il professor Sebastiano Busà. L’uomo ha detto di non vuole più insegnare. Qualche giorno dopo, sempre ad Avola, ma all’Istituto “Majorana”, il padre di un alunno di 17 anni che era stato sospeso avrebbe aggredito un dirigente scolastico. Mentre tre mesi prima nella stessa scuola un insegnante di sostegno, “reo” di non aver dato il permesso di andare in bagno all’alunna, era stato aggredito in classe davanti agli altri allievi da un genitore

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