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Fli: Fini sfida Berlusconi alle elezioni

All’assemblea costituente del Fli, Gianfranco Fini lancia la sfida a Berlusconi: dimettiamoci e andiamo alle elezioni!
A cura di Fernanda Pica
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gianfranco fini

Si è appena conclusa l'assemblea costituente di Futuro e Libertà, che ha eletto Gianfranco Fini all'unanimità come presidente del partito. Inoltre, durante il congresso, i membri del Fli hanno approvato il documento programmatico e i principi di base dello statuto del partito. Fini che per oggi si autosospende dalla presidenza del suo partito, ha chiuso il congresso con un discorso di circa un'ora e trenta in cui ha affrontato alcuni temi "caldi" dello scontro politico.

"La sovranità popolare non significa impunità, non significa infischiarsene della Costituzione, non significa essere al di sopra della legge. Neanche se si è eletti con il 99% dei voti" afferma il leader di Fli, e aggiunge: "Pensano di poterci togliere l'aria dicendo che siamo diventati di sinistra. Non è vero, i nostri valori non sono cambiati, sono gli stessi che avevamo quando siamo entrati nel Pdl. E' il Pdl che ha distrutto questi valori e li ha resi ridicoli. Vorrei sapere qual è il tasso di riformismo del Pdl".

E di fronte all'assordante rumore della manifestazione "Se non ora quando?", a cui hanno aderito migliaia di donne, esprimendo la propria indignazione dinnanzi allo svilimento dell'immagine femminile negli alti piani della scena politica italiana, Gianfranco Fini ha affermato:"Basta considerare la donna in ragione della sua avvenenza, disponibilità", ha espresso il suo rammarico nel vedere il nostro Paese diventare "lo zimbello di tutto l'Occidente e non solo dell'Occidente a causa di certi comportamenti che non hanno nulla a che fare con la politica".

Ma poi arriva il momento della sfida al premier: "Berlusconi è diventato premier anche grazie ai milioni di voti che venivano dall'accordo politico che Alleanza nazionale fece con Forza Italia. Allo stesso modo io sono diventato presidente della Camera grazie ai voti dei parlamentari eletti che i voti di Forza Italia. Faccio una proposta. Io sono disposto a lasciare la presidenza della Camera se il presidente del Consiglio è disposto a dimettersi per tornare a chiedere l'opinione degli elettori, per tornare al voto popolare", e aggiunge: "Non illudiamoci, Berlusconi non lascerà la sua poltrona. Troverà sempre qualche ‘disponibile' per andare avanti. Questo è il suo intendimento".

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