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Ferrara, nuove indagini su Willy Branchi: ‘Ucciso dai pedofili’

Respinta l’istanza di archiviazione della Procura Ferrarese. Nuove indagini sulla morte di Willy Branchi, il ragazzino di 18 anni ucciso con una pistola da macello e abbandonato nudo sull’argine del Po, a Goro, nel Ferrarese. Secondo quanto emerso nel 2014 Willy sarebbe stato ucciso da chi voleva abusare sessualmente di lui. Nel mirino i festini gay-sadomaso della Ferrara bene.
A cura di Angela Marino
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Nuove indagini sull'omicidio di Willy Branchi, il ragazzo di diciotto anni, ucciso con una pistola da macello e abbandonato completamente nudo sull'argine del fiume Po, nel 1988. Il Gip Carlo Negri ha accolto l'opposizione della famiglia Branchi alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta inoltrata dalla Procura di Ferrara. Willy, all'anagrafe Wilfrido Branchi, 18 anni, un ragazzo dolce, ingenuo, disponibile. ‘Un angelo' come lo definivano i compaesani di Goro (Ferrara) venne ucciso con brutale violenza e i suoi abiti non furono mai ritrovati. La prima ipotesi investigativa ha visto al centro dell'inchiesta Valeriano Forzati, detto Tango, pregiudicato per per rapine, furti e risse e noto a tutti per il suo carattere irascibile e la dipendenza dall'alcol. Per tutti a Goro l'assassino del povero Willy. La sua colpevolezza non è mai stata provata, di accertato c'è solo che i due vennero visti insieme davanti a un bar la sera della morte di Willy.

Valeriano Forzati
Valeriano Forzati

‘Tango' è morto in carcere a Buenos Aires dove si trovava dopo l'arresto per la cosiddetta strage del Laguna Blu, andata in scena nella pizzeria omonima a Goro, dove il titolare aveva allontanato Forzati, ubriaco, chiamandolo ‘l'assassino di Willy'. Proprio l'accusa aveva fatto scattare la furia del Forzati che quella sera uccise a sangue freddo quattro persone. Dopo la strage si diede alla latitanza in Argentina, dove è morto in circostanze misteriose, mentre era in attesa di estradizione in Italia.

Nel 2014, grazie a un esposto della famiglia Branchi l'indagine è stata riaperta. Acquisita nel fascicolo anche una intervista rilasciata dal parroco del paese. I nuovi accertamenti hanno portato a una nuova pista, quella del giro di pedofilia con i cosiddetti ‘festitni' in cui giovani ragazzini di estrazione popolare venivano offerti dalle famiglie a personaggi abbienti in cambio di qualche regalo. Secondo quanto emerso le vittime venivano abusate ripetutamente e frustate nell'ambito di giochi sadici messi inscena per soddisfare il piacere dei partecipanti: tutti noti professionisti romagnoli. In questo nuovo quadro, Willy sarebbe stato ucciso perché si era rifiutati di prestarsi ad alcune richieste sessuali. Sul corpo, infatti, l'autopsia non ha rilevato segni di abuso. "Sono anni che sto lottando contro i mulini a vento – ha scritto su Facebook Luca Branchi, fratello di Willy – ora è uscita la vergognosa verità su che cosa accadeva all'epoca e che cosa è avvenuto a mio fratello, sentire ancora gente che mente, che tace davanti agli inquirenti, che mi incontra per strada e fa finta di nulla, mi distrugge e inorridisco ancora di più".

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