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USA, donna ubriaca e drogata investe e uccide un uomo con la sua Porsche: “Colpa dei tacchi a spillo”

Kristina Chambers, donna texana, è sotto processo a Houston per aver investito e ucciso Joseph McMullin mentre guidava ubriaca e drogata. La difesa sostiene che l’incidente fu causato dai suoi tacchi a spillo incastrati sull’acceleratore della Porsche.
A cura di Davide Falcioni
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Si apre con un colpo di scena surreale il processo a Houston che vede sul banco degli imputati Kristina Chambers, 33 anni, accusata di aver investito e ucciso un uomo mentre guidava ubriaca e sotto effetto di droghe. La difesa sostiene che l’incidente, avvenuto nella notte del 19 aprile 2023, sia stato causato dai tacchi a spillo delle scarpe che la donna indossava e che si sarebbero incastrati sull’acceleratore della sua Porsche 911 Carrera.

La vittima, Joseph McMullin, tecnico del suono e appassionato di musica, stava passeggiando con la sua accompagnatrice, Briana Iturrino, al termine del loro primo appuntamento. I due avevano si stavano dirigendo verso le auto quando la vettura di Chambers è piombata sul marciapiede a oltre 110 chilometri orari, travolgendo McMullin e lasciando illesa per miracolo la giovane donna.

Secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri, Chambers aveva trascorso la serata tra i bar di Houston, consumando almeno sei drink e facendo uso di cocaina. Dopo aver accompagnato due amici, avrebbe perso il controllo del veicolo in una delle curve più pericolose della città. "Voleva mostrare la potenza della sua macchina sportiva", ha dichiarato in aula il procuratore Andrew Figliuzzi.

L’impatto è stato devastante: McMullin è stato sbalzato a dieci metri di distanza e dichiarato morto sul colpo. L’auto, che odorava fortemente di alcol, è finita contro un palo. I test successivi hanno rivelato che Chambers aveva un tasso alcolemico quattro volte oltre il limite legale.

La difesa continua a insistere sull’ipotesi dell’"incidente imprevedibile", attribuendo la tragedia a un semplice errore meccanico causato dai tacchi alti. Ma per l’accusa, quella notte è il risultato di una serie di scelte irresponsabili, compiute da una donna che "voleva mostrare la sua potenza, non solo quella del motore".

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