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Uccide il marito mentre dorme versandogli addosso acqua bollente. Aveva scoperto che violentava i figli

L’omicidio tre settimane fa a Liverpool. L’aggiunta di zucchero all’acqua, hanno detto i pm, ha reso il liquido “più viscoso, più denso e più appiccicoso in modo che rimanga sulla pelle e causi maggiori danni”
A cura di Biagio Chiariello
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Tre settimane aveva ucciso il marito versandogli addosso acqua zuccherata bollente mentre dormiva. Ora sono emersi nuovi dettagli sul dramma familiare che ha visto vittima l'80enne Michael Baines. Secondo quanto riportato nelle scorse ore dal tabloid inglese Liverpool Echo, pare che la 59enne Corinne Smith abbia agito in tal modo dopo aver scoperto gli abusi del compagno nei confronti due suoi due figli.

L'anziano era stato ricoverato in condizioni gravissime con ustioni su più di un terzo del corpo, ma dopo un mese di operazioni e interventi vari è deceduto presso il Whiston Hospital, non troppo lontano da Liverpool.

I pubblici ministeri hanno affermato che l'aggiunta di zucchero all'acqua ha reso il liquido "più viscoso, più denso e più appiccicoso in modo che rimanga sulla pelle e causi maggiori danni, che è esattamente quello che ha fatto".

Ora la Smith è stata condannata all'ergastolo con un minimo di 12 anni presso la Corte di Chester venerdì dopo essere stato dichiarato colpevole dopo un processo. L'episodio risale a luglio 2020. Mary Loram, legale della donna, ha provato a giustificare evidenziando come il gesto sarebbe da iscrivere nel reato di omicidio colposo e non volontario in quanto causato dalla perdita di controllo dovuta agli abusi che sarebbero emersi durante l’estate di un anno fa.

Secondo i rapporti, la figlia di Smith l'avrebbe informata il 13 luglio di accuse "devastanti" secondo cui suo marito aveva commesso abusi sessuali sui bambini "per molti anni". Il fratello si era addirittura tolto la vita nel 2007.

Il giudice l'ha condannata a 12 anni proprio per la sua intenzione era quella di causare gravi danni piuttosto che uccidere. Ma i nuovi elementi venuti alla luce potrebbero portare il giudice ad una revisione della sentenza.

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