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Studentessa stuprata in India, trasferita a Singapore

Continuano le proteste: manifestanti invocano la pena di morte e la castrazione per gli stupratori, che in base alle leggi attuali rischiano l’ergastolo come pena massima. Il processo inizierà il 3 gennaio.
A cura di Daniela Caruso
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stupro India

La studentessa 23enne stuprata a Nuova Delhi su un autobus è stata trasferita a Singapore; la giovane ha subito una violenza di gruppo: secondo quanto riferito dal giornale The Straits Times, la ragazza è arrivata al Mount Elizabeth Hospital "in condizioni estremamente critiche". Per tale motivo, la studentessa è stata trasportata nel reparto di terapia intensiva alle ore 9.05 (ora locale). Il governo indiano, nella giornata di ieri, ha avviato un'inchiesta sul caso che si è svolto durante le proteste della settimana scorsa, durante le quali ha perso la vita un poliziotto e sono rimaste ferite 130 persone che manifestavano. Anche il conducente dell'autobus, sul quale si trovava la giovane, è stato arrestato insieme ad altre sei persone, in quanto parte attiva nella violenza sessuale. Il processo inizierà il 3 gennaio.

A Nuova Delhi, in India, è emergenza stupri: dall'inizio del 2012, infatti, in città sono stati denunciati oltre 660 stupri e questo della studessa non sarà di certo l'ultimo di questa triste catena di violenza sulle donne. La 23enne, ora in cura, non dovrà sborsare soldi per poter guarire e ritornare alla propria vita: lo Stato, infatti, si sta facendo carico delle spese mediche. La studentessa di fisioterapia è stata assalita sessualmente il 16 dicembre da sei uomini sul bus nel quale viaggiava per poi essere picchiata violentemente con sbarre di ferro e gettata fuori dal veicolo.

Le condizioni della ragazza si sono aggravate: la giovane, infatti, ha riportato delle lesioni intestinali molto gravi. La violenza sulla studentessa ha allarmato anche le istituzioni che sembra siano state sensibilizzate dall'efferato caso di violenza. Il premier indiano Manmohan Singh ha promesso che prenderà provvedimenti per assicurare maggiore protezione e sicurezza alla popolazione femminile del Paese. Come lui stesso ha dichiarato, "Voglio dire con fermezza che la questione della sicurezza delle donne è la preoccupazione maggiore per il nostro governo. Non può esserci uno sviluppo vero e proprio senza la partecipazione attiva di metà della popolazione e questa partecipazione non ci può essere se non si garantisce la sicurezza". Alcuni dimostranti hanno invocato la pena di morte e la castrazione per gli stupratori, che in base alle leggi attuali rischiano l'ergastolo come pena massima.

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