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Si pente in punto di morte e risolve caso di scomparsa 24 anni dopo: “Ho ucciso madre e bimba”

La polizia Usa ha rinvenuto nei giorni scorsi i corpi senza vita di madre e figlia di 10 anni, sparite 24 anni fa nel West Virginia. Dopo la confessione, l’uomo si è aggravato ulteriormente ed è morto, poche ore dopo la polizia ha ritrovato i corpi dove aveva indicato.
A cura di Antonio Palma
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"Un finale che nessuno avrebbe potuto scrivere", così il procuratore della contea di Raleigh, in Usa, ha annunciato la svolta in un caso di sparizione di madre e figlia piccola, arrivato a conclusione ben 24 anni dopo. La polizia infatti ha rinvenuto nei giorni scorsi i corpi senza vita di madre e figlia, sparite nel lontano 2000, dopo la confessione del loro assassino, Larry Webb, che ha deciso di pentirsi in punto di morte, raccontando tutto.

Susan Gail Carter, 24enne all'epoca di fatti, e la figlia Natasha “Alex” Carter, che all’epoca aveva solo 10 anni, erano sparite nel West Virginia e di loro non si era saputo più nulla. Tra i principali sospettati proprio Larry Webb, l'uomo che le ospitava in casa, ma le prove a suo carico non erano sufficienti per incriminarlo.

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Le indagini però non si erano mai fermate e infine lo scorso anno si era arrivati a un punto di svolta con l'incriminazione di quello che poi ha confessato di essere l'assassino. Grazie ad alcune testimonianze, corroborate da diversi indizi come il dna, infatti, nell'ottobre 2023, gli inquirenti hanno incriminato l'uomo per omicidio di primo grado.

In quel momento però non c'era nessuna prova regina né tanto meno i corpi di madre e figlia. Anzi si è rischiato che tutto finisse nel nulla visto che l'uomo era gravemente malato.  “A causa della salute di Larry Webb, il procedimento giudiziario è stato ritardato per vari motivi. È stato trasferito in una casa di cura. Abbiamo avuto problemi con i trasporti. Abbiamo avuto problemi con il nulla osta medico. È stato un po’ difficile affrontare il procedimento giudiziario nelle prime fasi" ha ammesso il Procuratore.

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Poi la svolta ad inizio aprile di quest'anno, con l'aggravarsi delle condizioni dell'indagato. Durante uno degli interrogatori in casa di cura, infatti, Webb ha confessato apertamente gli omicidi, descrivendo dettagliatamente il movente e la posizione dei corpi sul retro della sua proprietà.

Webb ha detto che all'epoca era scomparso del denaro in casa e lui sospettava di Susan Carter che, a suo dire, faceva spese folli. L'uomo ha raccontato di aver sparato alla 24enne durante una lite e quindi di aver sparato anche alla bambina per evitare di essere scoperto. Infine ha tenuto i corpi nel seminterrato di casa per due giorni prima di seppellirli in una fossa scavata nel bosco della sua proprietà.

Le autorità hanno iniziato gli scavi il 9 aprile ma ci sono voluti giorni per individuare la posizione perché la descrizione di Webb del luogo "era limitata" e "offuscata dalla memoria e dalla salute fisica e mentale in quel momento". L'uomo infine si è aggravato ulteriormente ed è morto lunedì mattina. Poche ore dopo la polizia ha ritrovato i corpi di Susan e Alex Carter.

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