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Prigozhin spiega in un audio di 11 minuti perché ha marciato su Mosca con il gruppo Wagner

Il leader e fondatore della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un nuovo messaggio audio diffuso dai canali social del suo gruppo ricostruisce i motivi della fallita rivolta avvenuta lo scorso fine settimana.
A cura di Antonio Palma
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La marcia verso Mosca dei mercenari della Wagner non sarebbe stato un tentativo di golpe o rivolta armata per sovvertire l'autorità militare o politica della Russia ma solo una forma di protesta contro il tentativo di sciogliere il gruppo. È quanto sostiene il leader e fondatore Yevgeny Prigozhin in un nuovo messaggio audio diffuso dai canali social del suo gruppo, il primo dopo il ritiro delle truppe.

La Wagner ha dato vita alla sua marcia verso Mosca per "esprimere una protesta" e "non per rovesciare il governo del Paese", ha sostenuto infatti Prigozhin nell'audio di circa undici minuti diffuso oggi pomeriggio, probabilmente da Minsk, in Bielorussia, dove avrebbe dovuto riparare come da accordi col Cremlino. Una forma di protesta, anche se armata dunque, secondo Prigozhin dettata dal fatto che le autorità militari russe avevano deciso di sciogliere la Wagner il primo luglio a seguito di "intrighi", ma non contro il Presidente Putin.

"Il gruppo Wagner era destinato a scomparire il 1° luglio"

"Lo scopo della marcia era evitare la distruzione di Wagner e tenere conto dei funzionari che con le loro azioni poco professionali hanno commesso un numero enorme di errori. La società lo richiedeva", ha detto Prigozhin aggiungendo che la Wagner si rammarica di "aver dovuto colpire l'aviazione russa" e che ha fatto marcia indietro  "per evitare di versare il sangue dei soldati russi". Il riferimento è alle vittime tra l'aviazione russa, che ha perso alcuni elicotteri abbattuti dai miliziani Wagner: "Stavano colpendo le nostre forze con bombe e attacchi missilistici".

"Ci siamo fermati nel momento in cui è diventato chiaro che sarebbe stato versato molto sangue. Abbiamo pensato che la dimostrazione di ciò che avevamo intenzione di fare fosse sufficiente. La nostra decisione di tornare indietro è dovuta a due fattori: non volevamo versare sangue russo e in secondo luogo perché abbiamo marciato solo come dimostrazione della nostra protesta". "Nelle città russe, i civili ci hanno accolti con bandiere russe e simboli di Wagner", ha proseguito Prigozhin sostenendo che "erano tutti felici quando siamo passati".

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"I mercenari Wagner non stanno firmando contratti con Mosca"

Prigozhin però non rinuncia alla sua milizia e assicura che "i mercenari Wagner non stanno firmando contratti con il Ministero della Difesa" così come invece aveva chiesto Mosca. Per il Cremlino chiunque non avesse partecipato alla ribellione avrebbe dovuto firmare con l'esercito regolare mentre per gli altri vi era amnistia. La stessa valida per il leader esiliato in Bielorussia. Qui il capo di Wagner sarebbe già arrivato e visto al Green City Hotel di Minsk. Lo riportano canali Telegram russi e il Kyiv Post che cita media bielorussi. Il capo della Wagner nel messaggio audio però non rivela il luogo dove si trova.

La guerra in Ucraina e il futuro in Bielorussia

Del resto lo stesso Prigozhin sostiene che la marcia del suo gruppo Wagner su Mosca ha messo in luce problemi di sicurezza "molto seri" da parte delle autorità militari russe. Il leader dei mercenari russi ribadisce che alla base della protesta armata vi sarebbe stata l'inefficace condotta della guerra in Ucraina, mancanze nell'apparato militare russo evidenziate anche dalla mancanza di risposta alla stessa marcia su Mosca. Prigozhin ha anche affermato che il movimento delle sue truppe in Russia è stato un esempio del modo in cui la Russia avrebbe dovuto effettuare la sua invasione dell'Ucraina del 24 febbraio.

Il futuro di Wagner sembra sempre più vicino alla Bielorussia. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha offerto di trovare una soluzione "per la continuazione delle operazioni della Wagner in una giurisdizione legittima", ha detto infatti nell'audio il capo della compagnia militare privata in merito alla mediazione che sabato ha messo fine alla marcia dei miliziani verso Mosca. Secondo indiscrezioni, l'idea è di stabilire nel Paese un nuovo campo base per le milizie del gruppo.

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