video suggerito
video suggerito
Guerra in Ucraina

Perché Prigozhin ha accettato di fermare l’offensiva del gruppo Wagner e l’avanzata verso Mosca

Prigozhin ha accettato di fermare l’offensiva e l’avanzata verso Mosca del gruppo Wagner accettando la proposta di de-scalation arrivata dal presidente bielorusso Lukashenko: “Torniamo indietro per evitare di spargere sangue”.
A cura di Ida Artiaco
415 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

L'avanzata dei mercenari del gruppo paramilitare Wagner verso Mosca si è fermata. Il leader del battaglione, Yevgeny Prigozhin, che solo questa mattina aveva annunciato via Telegram che "la guerra civile in Russia è ufficialmente cominciata", ha accettato una de-escalation.

Decisione che sarebbe stata concordata con il presidente bielorusso e stretto alleato del Cremlino, Aleksander Lukashenko, che a sua volta ha parlato con l'omologo russo, Vladimir Putin. Secondo Lukashenko, sarebbe stato raggiunto un accordo per garantire la sicurezza dei combattenti della Wagner e "compiere ulteriori passi per allentare le tensioni".

Cosa prevede l'accordo tra Lukashenko e Prigozhin

I negoziati – si legge in una nota – sono andati avanti tutta la giornata: "Di conseguenza, sono giunti a un accordo sull'inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro sul territorio della Russia.  Al momento, è sul tavolo un‘opzione assolutamente vantaggiosa e accettabile per risolvere la situazione, con garanzie di sicurezza per i combattenti Wagner".

Come ha poi spiegato il portavoce del Cremlino, Peskov, l'opzione in questione riguarda in primis il decadimento delle accuse contro Prigozhin e la possibilità per i mercenari che non hanno preso parte alla rivolta di firmare contratti col Ministero della Difesa.

Secondo fonti della Wagner, l’accordo che ha fermato Prigozhin prevedrebbe — oltre all’indipendenza della compagnia — anche l’allontanamento del ministro della Difesa Shojgu e del capo di stato maggiore Gerasimov. Ma mancano conferme.

La dichiarazione completa di Prigozhin

Poco dopo l'annuncio di Minsk, lo stesso Prigozhin ha confermato la decisione in un messaggio audio: "Riportiamo i nostri convogli alle basi per "evitare uno spargimento di sangue".

Immagine

Precisamente, il leader del gruppo Wagner ha dichiarato: "Siamo partiti il 23 giugno per la "Marcia della giustizia". In un giorno abbiamo marciato a poco meno di 200 km da Mosca. Durante questo periodo, non abbiamo versato una sola goccia di il sangue dei nostri combattenti. Ora è il momento in cui il sangue può essere versato. Rendendoci conto di tutta la responsabilità che ciò comporta, stiamo girando le nostre colonne e partendo nella direzione opposta, verso i nostri campi, secondo il piano".

Quale fosse questo piano, Prigozhin non lo spiega e non commenta neppure il negoziato con il presidente bielorusso.

I soldati di Wagner tornano in Ucraina

Dunque, i mercenari della Wagner torneranno in Ucraina. Ma tanti sono ancora i punti oscuri della vicenda. In particolare, sul destino dello stesso Prigozhin, che oggi il presidente russo Vladimir Putin aveva accusato nel suo discorso di "tradimento" pur senza mai nominarlo direttamente: "Tutti quelli che hanno preso le armi contro le forze armate sono dei traditori. Noi stiamo fronteggiando un tradimento, i responsabili saranno condotti davanti alla giustizia", ha detto il leader del Cremlino.

Immagine

L'annuncio di Prigozhin è arrivato quando il convoglio di mercenari si stava avvicinando alla periferia di Mosca: secondo l'agenzia Reuters, quel convoglio conta circa 5.000 uomini ed è guidata dal comandante di Wagner, Dmitry Utkin. Wagner in tutto può contare su 25mila uomini, 5mila dei quali sono a Rostov-sul-Don, che Prigozhin sosteneva di controllare.

415 CONDIVISIONI
4427 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views