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Perché gli ippopotami di Escobar stanno diventando un problema serio per la Colombia

Un nuovo appello è stato lanciato dai ricercatori colombiani affinché si intervenga al più presto per risolvere il problema degli ippopotami di Pablo Escobar. Si tratta di quattro esemplari importati illegalmente in Colombia negli anni Ottanti dal narcotrafficante nella sua celebre “Hacienda Napoles” costruita a pochi chilometri da Medellìn: oggi gli esemplari sono circa 80 e secondo un recente studio scientifico rischiano di minare in maniera irreversibile l’ecosistema del Paese.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono circa 80 e secondo un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Biological Conservation potrebbero minacciare in maniera irreversibile la biodiversità della Colombia. Parliamo degli ippopotami, e nello specifico di quelli che il narcotrafficante Pablo Escobar fece importare negli anni '80 nel suo personale zoo allestito nel celebre ranch da lui costruito tra Medellín e Bogotà che si chiamava Hacienda Napoles.

Erano quattro, tre femmine e un maschio, e arrivarono in maniera illegale in Colombia insieme a moltissimi altri animali come giraffe, elefanti e zebre che Escobar voleva nel suo ranch: dopo la sua morte nel 1993 la maggior parte degli animali esotici fu smistata in altre strutture ma non questi grandi mammiferi che vennero liberati nel fiume Magdalena, un ambiente rivelatosi ideale per il loro sviluppo. E così col passare degli anni oggi si stima che siano tra i 65 e gli 80 gli ippopotami di Escobar, diventando ad oggi un enorme problema per il governo e per l'ecosistema. E da tempo gli scienziati stanno studiando un modo per risolverlo.

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Secondo un ultimo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Biological Conservation, al momento le previsioni di crescita per gli ippopotami "colombiani" sono esponenziali ed è probabile che superino quota 1.500 entro il 2035. Le proiezioni elaborate hanno suggerito infatti che, senza fattori limitanti, il potenziale habitat di colonizzazione degli ippopotami può diventare molto esteso anche perchè favorito dal cambiamento climatico. Al contrario di quello che è il loro habitat naturale infatti dove la siccità e la mancanza di fiumi li portano ad accoppiarsi meno raramente, nelle acque della Colombia dove invece le piogge abbondano si formano ristagni dove i mammiferi trascorrono la maggior parte del loro tempo.

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Negli anni il governo ha provato più volte a intervenire, prima cercando di limitarne la riproduzione attraverso una sterilizzazione, e poi proponendo anche di abbatterli, cosa che ha trovato da sempre  l'opposizione delle associazioni animaliste. I tentativi di sterilizzazione inoltre si sono scontrati con la difficoltà dell'operazione a livello pratico e con il costo che vede il processo avere un prezzo di circa 7 mila euro per ogni animale. Infine l'ultima opzione sarebbe un trasferimento ma non ci sono molti zoo disposti ad accoglierli da adulti e non possono essere riportati in Africa, perché potrebbero esportare malattie contratte in Colombia.

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