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Omicidio Daunte Wright, ucciso da una poliziotta: “Credevo di aver usato il taser, non la pistola”

La agente di polizia che ha sparato al ventenne afroamericano Daunte Wright a Brooklyn Center, alle porte di Minneapolis, era convinta di aver estratto il taser – la pistola che rilascia scariche elettriche – e non l’arma da fuoco: la morte dell’ennesimo giovane di colore sarebbe quindi avvenuta “per errore”.
A cura di Davide Falcioni
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La poliziotta che ha sparato al ventenne afroamericano Daunte Wright a Brooklyn Center, alle porte di Minneapolis, era convinta di aver estratto il taser – la pistola che rilascia scariche elettriche – e non l'arma da fuoco: la morte dell'ennesimo giovane di colore sarebbe quindi avvenuta "per errore", tanto che il comandante di polizia ha tentato di scusarsi per quello che è stato definito un incidente, parole che tuttavia si sono rivelate benzina sul fuoco facendo esplodere la rabbia di migliaia di persone.

Sull'uccisione di Daunte Wright il quadro sembra ormai essere chiarissimo. Le immagini – che mostriamo nel video in alto – documentano quello che in apparenza sembrava essere un normalissimo controllo di polizia a un automobilista. Gli agenti si avvicinano al ventenne, gli chiedono di esibire la patente e quando lui gli risponde di non averla con sé, mentre telefona alla madre per chiederle di inviarle una foto del documento, viene invitato a uscire dalla macchina, poi perquisito. Gli agenti tentano anche di ammanettare il ragazzo che però si divincola e risale in auto. Quando Wright prova a ripartire la poliziotta si avvicina, impugna l'arma con la destra, gridando "Taser Taser Taser", poi spara e colpisce il ragazzo. Un solo colpo. "Shit", esclama l'agente, rendendosi conto dell'errore, cioè di aver impugnato la pistola d'ordinanza e non quella che rilascia scariche elettriche. L'afroamericano riesce a ripartire ma si schianta poco dopo su un'altra macchina e muore. Illesa la compagna che viaggiava al suo fianco.

La morte di Daunte Wright ha nel giro di poche ore riacceso le proteste del movimento ‘Black Lives Matter', già attivo a Minneapolis perché da giorni in città si svolge il processo per la morte per soffocamento di George Floyd, in cui imputato è l'ex agente Derek Chauvin: la sentenza è attesa per la prossima settimana, ma nel frattempo la situazione – complice il decesso di Wright – è di nuovo fuori controllo e migliaia di giovani hanno organizzato contestazioni davanti alle caserme della polizia.

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