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“Non servo i neri”, benzinaio rifiuta il rifornimento: datore deve pagare risarcimento da un milione

L’addetto è stato comunque licenziato un mese dopo perché beccato più volte a parlare al cellulare invece di lavorare, ma la donna ha voluto procedere contro l’azienda, ottenendo il risarcimento.
A cura di Antonio Palma
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In attesa dal benzinaio per fare rifornimento di carburante, una donna si è vista completamente ignorata dall'addetto che la scavalcava per servire gli altri automobilisti di passaggio ma quando ha chiesto spiegazioni è arrivata la terribile risposta: "Non servo i neri".

La brutta scena è avvenuta in una stazione di servizio dello stato dell'Oregon, in Usa, ed ora è costata alla società che gestisce il distributore un risarcimento da un milione alla vittima della discriminazione razziale. La donna protagonista suo malgrado della storia, Rose Wakefield, infatti ha citato in giudizio il datore di lavoro del benzinaio e nei giorni scorsi una giuria le ha assegnato un risarcimento di  1 milione di dollari

La vicenda risale al marzo del 2020 quando la donna si era fermata al distributore e area di servizio di Beaverton per fare rifornimento alla sua vettura. L'addetto, Nigel Powers, però aveva iniziato ad ignorarla e a servire altri conducenti. Quando la donna cercò di chiedere assistenza, l'uomo disse: "Ti raggiungerò quando ne avrò voglia".

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I video di sorveglianza della stessa area di servizio mostrano Wakefield che a questo punto era uscita dalla vettura per entrare nel negozio e chiedere aiuto. Un altro dipendente quindi si era messo a disposizione e l'aveva seguita fuori per servirla. Quando la donna aveva visto Powers che le passava accanto allontanandosi, però, non aveva esitato a chiedergli il perché si rifiutasse di aiutarla e per tutta riposta le aveva confermato: "Perché non servo i neri".

Durante la settimana successiva, Wakefield si è lamentata due volte con i dirigenti della stazione di servizio, ma le sue telefonate sono state in gran parte ignorate. L'addetto è stato comunque licenziato un mese dopo perché beccato più volte a parlare al cellulare invece di lavorare, ma la donna ha voluto procedere contro l'azienda ottenendo il risarcimento. "L'addetto non è mai stato interrogato dalla società sui commenti razzisti ed è stato licenziato solo per non aver servito i clienti", ha spiegato l'avocato della donna.

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