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Morto Pete Frates, l’inventore dell’Ice Bucket Challenge: aveva 34 anni ed era malato di Sla

Pete Frates, l’inventore della famosa Ice Bucket Challenge, è morto a soli 34 anni sconfitto dalla Sla. Ex giocatore di baseball, aveva scoperto la malattia nel 2012 e nel 2014 aveva lanciato la sfida a colpi di secchiate di acqua gelida a cui hanno partecipato tante celebrità in tutto il mondo: “Il paradiso ha accolto il nostro angelo”.
A cura di Ida Artiaco
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Pete Frates (Facebook).
Pete Frates (Facebook).

E' morto a soli 34 anni Pete Frates: ex giocatore di baseball, da anni malato di Sla, aveva lanciato nel 2014 la famosa Ice Bucket Challenge proprio per raccogliere fondi a favore della ricerca contro questa patologia neurodegenerativa. All'iniziativa avevano partecipato personaggi pubblici di tutto il mondo, da Liones Messi a Donald Trump, da Bill Gates e Mark Zuckerberg e David Beckham. "Il paradiso ha accolto il nostro angelo", ha spiegato in una nota la famiglia annunciando il suo prematuro decesso. Lascia la moglie e la figlia Lucy. Frates, nato e cresciuto a Boston, aveva cominciato a calcare i campi di baseball sin dai tempi del college. Dopo la laurea si era trasferito in Germania, prima di tornare negli Stati Uniti e proseguire la sua carriera a livello amatoriale.

Tuttavia, nel 2011, dopo un infortunio da cui non riusciva a guarire, Pete si era sottoposto a una lunga serie di esami che avevano portato nel 2012 alla diagnosi di Sla. Aveva soli 27 anni. Col tempo non è più riuscito a muoversi, a parlare e veniva nutrito tramite un sondino. Tuttavia, non si è mai arreso di fronte alla malattia. Così due anni dopo è stato tra coloro che hanno ispirato e lanciato l'Ice Bucket Challenge, che si è rivelata un successo clamoroso, grazie anche alla partecipazione di tantissime celebrità, diventate protagoniste di video in cui si beccavano una secchiata di ghiaccio o di acqua gelata e poi nominavano altri vip, invitandoli a partecipare e a donare per la ricerca contro la sclerosi laterale amiotrofica. In questo modo sono stati raccolti 220 milioni di dollari in tutto il mondo, che sono serviti alla scienza per continuare a studiare la SLA e una possibile cura. "L'uomo ai piani alti ha un piano per me ho accettato questa situazione ma ci sono tante persone che non hanno il mio stesso supporto o i miei vantaggi, e voglio aiutarle", aveva detto l'ex campione in una delle ultime interviste dopo aver scoperto la malattia.

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