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Messico, morta durante fermo di polizia: Victoria Salazar e la figlia subivano violenze dal compagno

Subiva maltrattamenti dal compagno che avrebbe abusato anche di una delle sue due figlie, Victoria Esperanza Salazar, la donna di 36 anni uccisa durante un fermo di polizia lo scorso 26 marzo a Tulum, in Messico. Per questo si era rifugiata in un ostello: la notizia è stata diffusa dal presidente del Salvador e confermata dal governatore dello Stato di Quintana Roo, Carlos Joaquin, che ha fatto sapere che il compagno di Victoria è stato intanto arrestato.
A cura di Chiara Ammendola
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Victoria Esperanza Salazar (Twitter)
Victoria Esperanza Salazar (Twitter)

Una violenza nella violenza. La definisce così Nayib Bukele, presidente del Salvador, la storia di Victoria Esperanza Salazar, la donna salvadoregna morta durante l'arresto da parte della polizia messicana nella città di Tulum. Nelle indagini aperte dopo il suo decesso infatti, gli inquirenti hanno scoperto che la 36enne, madre di due ragazzine di 15 e 16 anni, aveva denunciato il suo compagno per violenza. Abusi che avrebbe subito anche una delle due figlie, tanto che la donna si era allontanata da casa nelle scorse settimane cercando rifugio altrove.

Si era rifugiata in un ostello per scappare dal compagno violento

"Victoria lo ha denunciato settimane fa e ha portato sua figlia in un ostello per proteggerla dall'aggressore. Sfortunatamente nessuno avevo agito finora – scrive il presidente salvadoregno in un lungo post Facebook – inoltre la figlia maggiore di Victoria non è stata localizzata. La principale ipotesi è che sia fuggita dall'aggressore di sua sorella (che probabilmente avrebbe anche abusato di lei). E non sappiamo ancora se sia stata informata dell'omicidio di sua madre". Una vicenda quella degli abusi confermata dal governatore dello Stato di Quintana Roo, Carlos Joaquin, che ha fatto sapere che il compagno di Victoria è stato intanto arrestato.

Victoria Salazar
Victoria Salazar

Victoria era una rifugiata di El Salvador residente in Messico dal 2018

Victoria, originaria del Salvador, ma residente in Messico da due anni con un visto umanitario, in quanto rifugiata, è morta sabato 26 marzo a Tulum, nello Yucatan, durante un fermo da parte della polizia locale. Gli agenti, intervenuti dopo la chiamata di un negoziante che ha denunciato la 36enne per ubriachezza molesta e disturbo della quiete pubblica, una volta giunti sul posto hanno bloccato la donna e l'hanno immobilizzata sull'asfalto premendole con forza sul collo. Una scena ripresa da un passante in un video poi condiviso sui social e diventato la prova di un'inchiesta aperta successivamente sulla morte della donna. Tante le proteste nate nello Stato messicano, dove a novembre la polizia aveva usato munizioni vere per disperdere una manifestazione contro le violenze sulle donne.

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La madre di Victoria: giustizia per mia figlia

"Hanno preso mia figlia, l’hanno torturata. Si sentono le sue urla – le parole di Rosibel Emérita Arriaza, la mamma di Victoria – le hanno tirato il collo e rotto le vertebre. Nessun essere umano merita di morire così. So che non riavrò mia figlia, so che mi resteranno solo i ricordi. Chiedo solo giustizia nei confronti di quelle quattro persone, che affrontino le conseguenze della legge". La donna ha appreso della morte della figlia dalla stampa. Intanto la polizia ha diffuso un identikit della figlia affinché qualcuno possa fornire informazioni utili al suo ritrovamento.

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