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MavaChou, l’influencer suicida dopo mesi di insulti e minacce online a seguito della separazione

Gli insulti erano piovuti addosso alla 32enne francese dagli ex fan che avevano iniziato a schierarsi tra i due ex. Sulla sua morte aperta inchiesta per istigazione al suicidio.
A cura di Antonio Palma
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Insulti e accuse di ogni tipo, compresi quelli che la paragonavano ai pedofili, ma anche minacce di ogni genere comprese quelle di morte, è quello che è stata costretta a subire per lungi mesi la youtuber e influencer MavaChou, prima del suicidio lo scorso 22 dicembre in casa sua Francia. Sulla sua morte ora la procura di Epinal ha aperto una inchiesta che cerca di capire se dietro il disperato gesto possano esserci proprio queste continue molestie che erano diventate quasi sistematiche. L'ipotesi di reato è quella di “istigazione al suicidio attraverso molestie virtuali”, le stesse molestie che Maeva Frossard, il vero nome della 32enne conosciuta ai suoi follower come MavaChou, aveva raccontato in pubblico in una intervista pochi giorni prima della morte.

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La 32enne, madre di 4 figli, aveva confidato che molestie, minacce e insulti erano iniziati dopo la rottura con l'ex marito e padre dei bambini, lo stesso uomo con cui aveva aperto il suo canale youtube e con il quale inizialmente era diventata nota. Gli insulti, soprattutto su Twitter, le erano piovuti addosso proprio dagli ex fan della coppia che avevano iniziato a schierarsi ciascuno per uno dei due. Nel corso dei mesi l'odio è solo aumentato, al punto che a volte riceveva fino a mille messaggi al giorno. Secondo quanto racconta Le Parisien, le cose erano peggiorate quando alcune persone avevano addirittura invaso la sua sfera privata e iniziato a spiarla a casa o a chiamare a scuola dei figli. MavaChou aveva ammesso che la situazione l'aveva già portata all'esasperazione tanto da dover ricorrere agli antidepressivi dopo aver già tentato il suicidio. "Sono arrivata a voler smettere di vivere", aveva spiegato durante l'intervista, raccontando di aver presentato anche diverse denunce ma senza esito.

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"Sui social media è stato detto che Maëva era una madre violenta, che i bambini avevano avuto accesso a film porno sul mio computer. Siamo stati paragonati ai pedofili e l'ex marito non hai mai smentito queste voci" ha accusato il compagno della 32enne, affermando che proprio le parole dell'ex e la sua versione sulla rottura avrebbe scatenatogli odiatori seriali. “Ho iniziato ad avere paura quando il nome della nostra città è trapelato su internet, le foto della nostra strada sono state nuovamente pubblicate. Qualsiasi persona instabile poteva venire e farci del male" ha aggiunto l'uomo. L'ex marito, che non è indagato, però si difende affermando di aver richiamato all'ordine i suoi follower di essere stato anche lui vittima di insulti e minacce sui social network . "Siamo stati entrambi travolti dal ciclone dei social media e tutti e due siamo stati attaccati online, appena abbiamo annunciato la fine del matrimonio" aveva spiegato in un video l'uomo prima del suicidio

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